domenica 23 novembre 2014

A PROPOSITO DEL "MONDO NUOVO" DI SPINELLI

scheda segnaletica del pericoloso
detenuto Altiero Spinelli 1941
Lo Spinelli TV interpretato da un intenso Vinicio Marchioni
Quest'uomo si chiamava Altiero. Altiero Spinelli. Insieme a Eugenio Colorni e Ernesto Rossi scrisse nel segreto della clandestinità, il Manifesto per una Europa Libera e Unita dal confino di Ventotene, e stasera la Rai gli ha dedicato un film, UN MONDO NUOVO. Qualche mese fa, nell'intento di far prevalere nel M5S un sano spirito rivoluzionario europeo, scrissi un articolo in cui spiegavo che l'eredità di Spinelli è molto impegnativa e implica l'adesione a un programma sovversivo che è l'opposto di quello che sta facendo questa Europa ipocrita e spietata, che ha trasformato il sogno di Spinelli nell'incubo della crisi del debito, nella fame del popolo greco, nei suicidi degli imprenditori onesti, nella terzomondizzazione del sud Europa.
Che ha asservito la visione di una Europa Sociale alle esigenze di un pugno di speculatori finanziari, che ha subordinato gli interessi dei popoli agli interessi di stabilità finanziaria degli stati e delle banche in un reciproco gioco di prestiti e indebitamento in cui le banche prestano soldi agli Stati per salvarli dal fallimento e poi gli stati prestano soldi alle banche per salvarle dal fallimento. Che ha trasformato il Social Compact di Jacques Delors, nel Fiscal Compact della Troika.
Con questo messaggio, ho girato le piazze d'Italia a sostegno dei candidati a 5 Stelle al Parlamento Europeo.

Come siano andate le cose poi lo sanno tutti e mi considererei noioso a ribadire ancora una volta concetti che ormai ho espresso fino alla nausea.

Ma ritengo utile, adesso che il il "mito" di Spinelli è entrato nel mainstream televisivo attraverso la porta principale della prima serata di Rai 1,  rilanciare quel messaggio come modestissimo contributo a far emergere nelle coscienze di chi ha guardato e apprezzato "UN MONDO NUOVO", la consapevolezza che - come ho avuto modo di vedere negli ultimi 15 giorni accompagnando Jeremy Rifkin in incontri con i leader europei più importanti-  la partita è ancora tutta da giocare.
E che bisogna identificare bene i nemici, le strategia per batterli e gli alleati con i quali combattere questa battaglia.  E voi da che parte state?


L'EREDITA' DI SPINELLI E IL MOVIMENTO 5 STELLE

GIOVEDÌ 15 MAGGIO 2014

Bruxelles, in quell'inverno rigidissimo, era ghiacciata e la neve continuava a cadere.  
1985 Bruxelles durante lo stage,
con la mia compagna norvegese.
Era il gennaio del 1985 e io avevo raggiunto la Capitale Belga per fare  lo ”Stage” alla Commissione Europea della “promozione" primavera-estate 1985 che iniziava a febbraio.  L’Europa era ancora a 10.  Ai primi sei  membri  del pacchetto iniziale, i “fondatori”  (Italia, Germania, Francia e Benelux)  del Trattato di Roma del 1957, si erano aggiunti negli anni settanta Irlanda, UK e Danimarca e l’Europa e poi la Grecia. unica entrare da sola, per quello che sarebbe stato il terzo “allargamento” nella storia dell’Unione Europea (allora si chiamava ancora CEE o Comunità Economica Europea). 
Ma se il clima era freddo, la  città era calda, bollente, accogliente. Tutti parlavano di questo nuovo Presidente Francese della Commissione che aveva appena preso servizio all’inizio dell’anno Jacques Delors. Le  aspettative erano altissime.

LO STAGE "PROMOZIONE" INVERNALE 1985
Jacques Delors, Presidente della Commissione
delle Comunità Europee dal 1985 al 1995
Nella mia "promozione" c’erano 450 “stagiares” principalmente dai 10 Paesi membri, ma anche da Spagna e Portogallo che sarebbero entrate l’anno successivo. Poi c’erano anche “stagiares” dalla Turchia, (Yavuz ) dal Marocco (indimenticabile Abdel,  di Casablanca), dagli Usa, dal Messico, dal Brasile (Jogi Umberto Oshai, Brasiliano di origine giapponese che è ancora a Bruxelles e si è sposato con una italiana che lavora al Parlamento Europeo) e perfino dalla Cina!  Jacques Delors ci ricevette in una fredda mattina di
febbraio dopo una interminabile serie di raccomandazioni  da parte di  Wolfgang Kraus, il funzionario tedesco che faceva da “domatore” per questo gruppo scalmanato di giovani ventenni accomunati solo da una cosa; la voglia di far festa!

Bruxelles per gli irlandesi e gli inglesi era un pub lungo 50 km e senza obbligo di chiudere alle 11. Per i tedeschi e gli olandesi era cultura, musei e teatro da tutto il mondo.
Per i francesi era una “petite Paris”  dove però si parlava un buffo francese con l’accento fiammingo.
Per noi italiani era soprattutto le tre  F.
Le altre due erano “Festa” e “Football” (i campi in erba del Belgio diffusi,  ben mantenuti e liberi, in Italia ce li sognavamo!).

L'INCONTRO CON SPINELLI
Pier-Virgilio Dastoli, durante il documentario di Rai Storia
su Altiero Spinelli e sul Manifesto di Ventotene
Pier Virgilio Dastoli
Il gruppo italiano della “Rotonde” il mitico luogo di ritrovo degli stagiares dopo il lavoro, era composto anche da  giovani funzionari e assistenti parlamentari. Fra di essi  legai fin da subito con due assistenti, Gian Angelo Bellati e Pier Virgilio Dastoli. Il primo era assistente del Sindaco di Venezia Mario Rigo. Il secondo era l’assistente di Altiero Spinelli.
Dastoli con Altiero e Ursula...

L’incontro con l’autore del “Manifesto di  Ventotene”  fu un privilegio che ricordo ancora con emozione. Quel giorno si piantò il seme che in seguito sarebbe stato decisivo nel determinarmi a rimanere a Bruxelles.
Spinelli non era  imponente anzi era di dimensioni piuttosto minute, ma aveva una solennità di comportamento e uno stile unico che imponevano un immediato senso di rispetto.
Il Manifesto di Ventotene
Il rispetto che si deve a chi, pur sotto le bombe,  mentre l’Europa era in fiamme e gli europei morivano in modi atroci e a migliaia ogni giorno, dal confino dell’isoletta tirrenica aveva avuto il coraggio visionario e forse un po’ incosciente di immaginare una Europa LIBERA E UNITA, (vero titolo del Manifesto di Ventotene), di dipingere una nuova idea di società che ridà il potere ai cittadini, aiuta chi rimane indietro, abolisce le anacronistiche frontiere nazionali della geo-politica post-westfaliana e esporta la pace in tutto il pianeta. Una nuova idea di società che oggi è incarnata a meraviglia dal M5S.


GIU' LE MANI DA SPINELLI!
E meno male! Perchè le istituzioni europee, il "sogno Europeo" di Spinelli se lo sono totalmente infilato nei calzini. E per questo sono incazzato!
Perché vedo l’Europa  di Spinelli (e degli altri co-autori del Manifesto, Ernesto Rossi e  Eugenio Colorni) tradita da una associazione a delinquere di rigidi eurocrati arroganti e ipocriti, speculatori finanziari,  banchieri senza scrupoli e senza senso, pseudo parlamentari euroscettici!.
Invece credo che il M5S dovrebbe far  propria la battaglia di Spinelli, (tradita dagli eurocrati), per una “rivoluzione Europea” (Manifesto di Ventotene -Capitolo III – Compiti del dopoguerra -  La riforma della Società). 
Il carcere di Santo Stefano a Ventotene
Il Manifesto di Spinelli è molto chiaro nel dipingere una società molto simile, quasi identica a quella per cui il M5S si batte:

SPINELLI E IL REDDITO DI CITTADINANZA
Per esempio a pag. 9 del Manifesto si legge
“ La solidarietà umana verso coloro che riescono soccombenti nella lotta economica, non dovrà, per ciò, manifestarsi con le forme caritative sempre avvilenti e produttrici degli stessi mali alle cui conseguenze cercano di riparare, ma con una serie di provvidenze che garantiscano incondizionatamente a tutti, possano o non possano lavorare, un tenore di vita decente, senza ridurre lo stimolo al lavoro e al risparmio. Così nessuno sarà più costretto dalla miseria ad accettare contratti di lavoro iugulatori

Questo non è forse come dire che basta con l'assistenzialismo e la cassa integrazione e che bisogna andare verso il reddito di cittadinanza così come il M5S ripete in tutte le piazze d’Italia?


SPINELLI E I BENI COMUNI. 
Quando il Manifesto recita:
Non si possono più lasciare ai privati le imprese che, svolgendo un'attività necessariamente monopolistica, sono in condizioni di sfruttare la massa dei consumatori; ad esempio le industrie elettriche, le imprese che si vogliono mantenere in vita per ragioni di interesse collettivo ma che, per reggersi, hanno bisogno di dazi protettivi, sussidi, ordinazioni di favore ecc. (l'esempio più notevole di questo tipo d'industria sono finora in Italia le siderurgiche); e le imprese che per la grandezza dei capitali investiti e il numero degli operai occupati, o per l'importanza del settore che dominano, possono ricattare gli organi dello stato, imponendo la politica per loro più vantaggiosa (es.: industrie minerarie, grandi istituti bancari, grandi armamenti). È questo il campo in cui si dovrà procedere senz'altro a nazionalizzazioni su scala vastissima, senza alcun riguardo per i diritti acquisiti.”

Forse che non c’è qui dentro tutta la nostra battaglia per la salvaguardia dei beni comuni e delle risorse naturali? 
C’è perfino  l’intuizione per quanto possibile in quell'epoca, dell’intreccio perverso fra banche e energia da tenere sotto stretto controllo dei cittadini! 
Spinelli fu il primo Commissario Europeo all'Ambiente negli anni 70. Le politiche di sostenibilità dell'UE cominciarono con lui.





SPINELLI E IL MODELLO DISTRIBUITO E COOPERATIVO DI GESTIONE DELL'ECONOMIA
E quando il Manifesto recita:
Le caratteristiche che hanno avuto in passato il diritto di proprietà e il diritto di successione, hanno permesso di accumulare nelle mani di pochi privilegiati ricchezze che converrà distribuire durante una crisi rivoluzionaria in senso egualitario, per eliminare i ceti parassitari e per dare ai lavoratori gli strumenti di produzione di cui abbisognano, onde migliorare le condizioni economiche e far loro raggiungere una maggiore indipendenza di vita. Pensiamo cioè ad una riforma agraria che, passando la terra a chi la coltiva, aumenti enormemente il numero dei proprietari, e ad una riforma industriale che estenda la proprietà dei lavoratori nei settori non statizzati, con le gestioni cooperative, l'azionariato operaio ecc.”
Monumento a Spinelli - Bucarest

Non è forse un grido contro la speculazione finanziaria (in embrione nell’Europa della guerra)? E un fantastico inno al modello distribuito e condiviso d’impresa agricola e industriale?

SPINELLI OLTRE LA DESTRA E LA SINISTRA
E  l’idea di superare le anacronistiche categorie politiche ottocentesche di "destra" e "sinistra" per ridefinire il discrimine della politica lungo le linee di  una maggiore o minore attenzione alle esigenze del cittadino in opposizione a quelle di una casta politica autoreferenziale e autogiustificante, non trova un sorprendente fondamento nella intuizione che “la linea di divisione fra partiti progressisti e partiti reazionari cade perciò ormai non lungo la linea formale della maggiore o minore democrazia, del maggiore o minore socialismo da istituire, ma lungo la sostanziale nuovissima linea che separa quelli che concepiscono come fine essenziale della lotta quello antico, cioè la conquista del potere politico nazionale (...)  e quelli che vedranno come compito centrale la creazione di un solido stato internazionale, che indirizzeranno verso questo scopo le forze popolari e, anche conquistato il potere nazionale, lo adopreranno in primissima linea come strumento per realizzare l'unità internazionale dei cittadini"... 
E le parole “ … quando, superando l'orizzonte del vecchio continente, si abbraccino in una visione di insieme tutti i popoli che costituiscono l'umanità, bisogna pur riconoscere che la Federazione Europea è l'unica concepibile garanzia che i rapporti con i popoli asiatici e americani si possano svolgere su una base di pacifica cooperazione, in attesa di un più lontano avvenire, in cui diventi possibile l'unità politica dell'intero globo” non rivelano l’intuizione di una Europa unita come primo passo verso un mondo unito senza più guerre, che fonda la politica estera del M5S?
Ventotene- Il faro

SPINELLI E IL SOCIAL COMPACT
A ciò si aggiunga l’anatema contro uno Stato che  ”da tutelatore della libertà dei cittadini, si è trasformato in padrone di sudditi tenuti a servizio, con tutte le facoltà per renderne massima l'efficienza bellica.” Basta sostituire alla parola “bellica” la parola “finanziaria” ed è perfetto per i giorni nostri!
E l’analisi  che il “totalitarismo nega innanzitutto l’eguale diritto di tutti i cittadini a concorrere alla formazione della volontà dello Stato”,  e che” la riconquista della libertà di stampa di associazione e di suffragio” debbano portare progressivamente  ” alle imposte sociali sui redditi non guadagnati e sulle successioni, alle aliquote progressive sulle maggiori fortune, alla esenzione dei redditi minimi e dei beni di prima necessità, alla gratuità della scuola pubblica, all'aumento delle spese di assistenza e di previdenza sociale, alle riforme agrarie, al controllo delle fabbriche“  attaccando “ i ceti privilegiati nelle loro più fortificate cittadelle”….   non anticipa i cardini  del programma socio - economico del Movimento 5 Stelle?

SPINELLI E LA SPECULAZIONE FINANZIARIA
E nell’affermazione che il
 “ceto parassitario dei proprietari terrieri assenteisti e dei redditieri che contribuiscono alla produzione sociale solo nel tagliare le cedole dei loro titoli; dei ceti monopolistici e delle società a catena che sfruttano i consumatori, e fanno volatilizzare i denari dei piccoli risparmiatori;  dei plutocrati che, nascosti dietro le quinte, tirano i fili degli uomini politici per dirigere tutta la macchina dello stato a proprio esclusivo vantaggio, sotto l'apparenza del perseguimento dei superiori interessi nazionali, la conservazione delle colossali fortune di pochi e la miseria delle grandi masse, escluse da ogni possibilità di godere i frutti della moderna cultura, sono la quintessenza della dittatura” (...)   per cercare di realizzare quell'uguaglianza di fatto che avrebbe dato a tali diritti un contenuto concreto di effettiva libertà” (Pag. 2 del Manifesto),
non si legge la condanna  definitiva della speculazione finanziaria che verrà, e della prevalenza dell’economia virtuale su quella reale, di carne, sangue sudore, terra e diritti  che il Movimento difende in ogni sua azione? 
Francobollo commemorativodella
nascita di Altiero Spinelli

SPINELLI E I DIRITTI UMANI 
Poi per quanto riguarda i diritti umani  minacciati dalla globalizzazione ci sono parole che appaiono quasi profetiche:
Contro il dogmatismo autoritario, si è affermato il valore permanente dello spirito critico.
Quantunque nessuno sappia che cosa sia una razza, e le più elementari nozioni storiche ne facciano risultare l'assurdità, l'imperialismo (leggi "il potere")  esige di credere, dimostrare e convincere che si appartiene ad una razza eletta, solo perché ha bisogno di questo mito per esaltare nelle masse l'odio e l'orgoglio. I più evidenti concetti della scienza economica debbono essere considerati anatemi per presentare la politica autarchica, gli scambi bilanciati e gli altri ferri vecchi del mercantilismo, come straordinarie scoperte dei nostri tempi. A causa della interdipendenza economica di tutte le parti del mondo, spazio vitale per ogni popolo che voglia conservare il livello di vita corrispondente alla civiltà moderna è tutto il globo; ma si è creata la pseudo scienza della geopolitica, che vuol dimostrare la consistenza della teoria degli spazi vitali, per dar veste teorica alla volontà di sopraffazione dell'imperialismo.
La storia viene falsificata nei suoi dati essenziali, nell'interesse della classe governante.

Come non vedere in questa frase l'intuizione che non fra razze va diviso il mondo ma fra sfruttati (di tutte le razze) e sfruttatori (di tutte le razze anch’essi), mentre l’odio etnico (e tante altre forme d’odio come quello religioso,  quello di genere, etc.)  altro non sono che diversivi creati artificialmente dal potere per depistare il cittadino dal prendere coscienza della situazione di sfruttamento e subalternità imposta dai signori della finanza mondiale, e silenziare la sua protesta?


SPINELLI E LA LIBERTA' DI IMPRESA E INNOVAZIONE

E come non rimanere meravigliati dalla concretezza dell’intuizione  che non più fra lavoratori e imprenditori va cercata la definizione del conflitto economico, ma fra imprenditori e lavoratori dell'economia reale da una parte e  ceti speculativi, parassitari e burocratici dall'altra!

alle parti più illuminate delle classi lavoratrici che non si sono lasciate distogliere dal terrore e dalle lusinghe nella loro aspirazione ad una superiore forma di vita; agli elementi più consapevoli dei ceti intellettuali, offesi dalla degradazione cui è sottoposta la intelligenza; agli  imprenditori che, sentendosi capaci di nuove iniziative, vorrebbero liberarsi dalle bardature burocratiche e dalle autarchie nazionali, che impacciano ogni loro movimento; a tutti coloro infine che, per un senso innato di dignità, non sanno piegar la spina dorsale nell'umiliazione della servitù, a tutte queste forze è oggi affidata la salvezza della nostra civiltà”.

LA RIVOLUZIONE DI SPINELLI
Per realizzare questo compito  Spinelli,   ipotizzava la creazione di un “partito  rivoluzionario” guarda caso formato da cittadini, e costruito intorno alle loro esigenze.
“ Ma se il partito rivoluzionario andrà creando con polso fermo, fin dai primissimi passi, le condizioni per una vita libera, in cui tutti i cittadini possano partecipare veramente alla vita dello stato, la sua evoluzione sarà, (...)  nel senso di una progressiva comprensione ed accettazione da parte di tutti del nuovo ordine, e perciò nel senso di una crescente possibilità di funzionamento, di istituzioni politiche libere.
Spinelli al Parlamento Europeo-1985
Oggi è il momento in cui bisogna saper gettare via vecchi fardelli divenuti ingombranti, tenersi pronti al nuovo che sopraggiunge, così diverso da tutto quello che si era immaginato, scartare gli inetti fra i vecchi e suscitare nuove energie fra i giovani (SCARTARE GLI INETTI FRA I VECCHI E SUSCITARE NUOVE ENERGIE FRA I GIOVANI!!!). Oggi si cercano e si incontrano, cominciando a tessere la trama del futuro, coloro che hanno scorto i motivi dell'attuale crisi della civiltà europea, e che perciò raccolgono l'eredità di tutti i movimenti di elevazione dell'umanità, naufragati per incomprensione del fine da raggiungere o dei mezzi come raggiungerlo. La via da percorrere non è facile, né sicura. Ma deve essere percorsa, e lo sarà!”Per Spinelli, quel “Partito Rivoluzionario”, è il Partito Federalista Europeo. E deve mirare agli “Stati Uniti d’Europa”. Ma questa è solo una formula, e non bisogna aver paura delle formule. L’idea di fondo è che un nuovo partito di cittadini liberi deve creare un grande spazio Europeo di Pace e Libertà per un giorno arrivare a un mondo intero di Pace e Libertà. 

Non vi ricorda qualcosa?   E allora io dico: riprendiamoci l’Europa!  Portiamo i cittadini in Europa per riportare gli interessi dei cittadini al centro dell'azione Europea.  L’Europa della solidarietà, della crescita umana e sociale, dell’ambiente e della libertà di espressione! 

L'Europa del sogno di Altiero Spinelli oggi è a 5 Stelle! (O perlomeno dovrebbe esserlo!)


Fin qui il post del 15 maggio. A questo punto si impongono CONSIDERAZIONI FINALI  di aggiornamento al 23 novembre 2014. Eccole:

L'Europa divinata da Spinelli, Rossi e Colorni era una Europa di cittadini liberi dal bisogno, dalla guerra e dalla povertà. 
Era una Europa in cui l'Economia reale era prevalente su quella virtuale degli "staccatori di cedole trimestrali".
Era una Europa in cui la finanza speculativa non trova nessuno spazio. Dal Manifesto emerge chiaramente la necessità di dare ai cittadini la sovranità energetica, alimentare, culturale ed economica. 
Una Europa in cui si va alla sostanza privilegiando la qualità della vita, il benessere e la felicità degli europei, e non gli interessi nazionalistici dei singoli stati, o peggio ancora, di alcuni potentati finanziari. 
In questa logica, la moneta unica,  è solo un punto di arrivo, lo strumento finale di una unificazione politica e economica, processo del quale si fece massimo interprete Jacques Delors. 

Quel progetto si è arenato nel 2004 con il fallimento del referendum francese sulla Costituzione Europea. A quel punto andava arrestato anche il processo di unificazione monetaria, ma esso invece andò avanti per ragioni riconducibili agli interessi dei gruppi finanziari che da allora hanno condizionato pesantemente le decisioni dell'UE. 

Secondo alcuni per uscirne bisogna tornare indietro agli Stati nazionali e alle monete nazionali. A me sembra che questa soluzione si limiti a rimuovere gli effetti del problema ma non ne tocca le cause. 

Il mondo si sta evolvendo verso una globalizzazione che sta "uccidendo" il lavoro, creando quella che gli esperti chiamano "disoccupazione tecnologica" che è la prima causa di quella "Jobless recovery" (ripresa senza occupazione) che fu prevista da Rifkin nel 1995 nel suo "LA FINE DEL LAVORO" e provocò vesti stracciate fra tutti gli ultra-liberisti al di qua e al di la dell'Atlantico. E che oggi si è verificata in pieno, mettendo in ginocchio il capitalismo tradizionale, incapace di andare oltre i limiti da lui stesso creati.

Non è l'Euro il problema dunque, ma l'ultraliberismo selvaggio ispirato alla logica del profitto estremo che controlla i mercati energetici, alimentari e industriali attraverso pratiche oligipolistiche, per battere le quali sono necessarie strategie europee a bassa intensità di capitali, alta intensità occupazionale e costi marginali bassissimi. 

Si tratta di ridare ai cittadini la sovranità energetica, alimentare, economica e politica. 

La sovranità monetaria è solo una rappresentazione convenzionale di quelle più profonde realtà.
Insistendo su di essa ci si avvita in un falso dibattito che alla fine ci porterà a dipendere sempre più dal petrolio, dal cibo di filiera lunga e da produzioni industriali insostenibili, indebitandoci in monete locali sempre più svalutate. 
Mentre invece dobbiamo da subito, insieme a tutti i popoli d'Europa, diventare indipendenti dai fossili, dal cibo industriale di filiera lunga e dalla schiavitù dell'iper-consumismo andando verso cicli di rifiuti virtuosi, cibo locale di filiera corta e di qualità, e una nuova economia della condivisione, sostenibile e dal basso. Questo renderebbe irrilevante la questione monetaria. Questo è lo spirito moderno del Manifesto di Ventotene e sfido chiunque a dimostrare il contrario.



venerdì 21 novembre 2014

RIVOLUZIONE FRANCESE!

I francesi si sa, sono buoni e cari, ma quando gli girano, fanno le rivoluzioni e non ce n'è per nessuno.

Così è stato nel 1789, poi nel 1848. Adesso è venuto il momento della Terza.

La Terza Rivoluzione Industriale.

Per la verità non sta avvenendo in tutta la Francia ma in una Regione in particolare, il Nord Pas de Calais, la Regione divenuta famosa nel mondo per il film "Benvenuti al Nord" (Bienvenu chez le Cht'is).

In questa Regione una collaborazione fra la classe dirigente politica, quella economica, il mondo accademico e della ricerca e la società civile, sotto la guida sapiente del mio amico Claude Lenglet, assessore regionale alla Terza Rivoluzione Industriale, da oltre un anno è nata una strategia per accelerare la transizione verso un nuovo scenario economico TRI e verso una economia digitale e di valorizzazione delle risorse naturali e bonifica del territorio, cosa di cui Dio solo sa quanto ce ne sia bisogno, essendo il Nord Pas de Calais una delle più vecchie regioni di industrializzazione della prima rivoluzione industriale, con i suoi numerosi bacini carboniferi, le sue 7 acciaierie, i suoi impianti industriali pesanti.

Ma grazie a Jeremy Rifkin e alla lungimiranza dei leader politici e economici, in questa regione il pensiero fossile è già stato sconfitto, e si sta affermando la narrazione ma anche la concreta realizzazione della Terza Rivoluzione Industriale, tanto che uno degli industriali più importanti di Francia, ex nuclearista e fossilista, è diventato il coordinatore del gruppo degli imprenditori per la Terza Rivoluzione Industriale e il principale sostenitore della necessità di una transizione rapida dai fossili alle rinnovabili "perchè sono più
Industriali contro i fossili e il nucleare: Marc Roquette,
coordinatore degli imprenditori del Nord Pas de Calais 
convenienti economicamente".

Leggere per credere nella intervista quì di lato!

Oggi, a un anno di distanza dalla presentazione del Master Plan del Nord Pas de Calais, Jeremy Rifkin ritorna a Lilla per presentare i primi 200 progetti (200!!!).

Di che si tratta? Di tutto: dalle Smart Grid, al'apprendimento collaborativo, dall'idrogeno all'economia della condivisione, dalla solarizzazione dell'industria pesante al bike sharing elettrico, dai distretti delle stampanti 3D alle banche del riuso.
Per maggiori informazioni si può scaricare il volume di 200 pagine sui progetti  TRI nel Nord Pas de Calais.

http://www.latroisiemerevolutionindustrielleennordpasdecalais.fr/2014/10/16/150-initiatives-troisieme-revolution-industrielle/

La TRI  avanza!
Jeremy Rifkin a Lille per l'assemblea del Forum d'orientation




sabato 8 novembre 2014

BASTA COI FOSSILI, L'ALTERNATIVA C'E'! BLOCCHIAMO LO SBLOCCA ITALIA!

Domani, 9 novembre , si tiene a Brindisi la manifestazione contro il più disastroso provvedimento legislativo per l'ambiente e l'economia che mai sia stato proposto e imposto nella Repubblica Italiana, lo SBLOCCA ITALIA dell'"innovatore" (?) Renzi. Trivelle, inceneritori, gasdotti e grandi opere a go go imposti con la forza contro la volontà delle popolazioni locali e contro la tendenza globale a andare verso le rinnovabili e l'energia solare abbandonando definitivamente le fonti fossili e le energie del passato. Ma se il governo nazionale continua a guardare al passato, non è che quello regionale si differenzi molto. Infatti, pur avendo fatto alcune cose buone nell'ambito dell'imprenditoria giovanile, le politiche regionali rimangono un disastro sul piano ambientale e energetico perchè hanno permesso l'emergere di una speculazione finanziaria e non hanno fermato trivelle gasdotti e carbone. E tutto questo  nonostante l'alternativa ci sia e con la piattaforma Territorio Zero (che sarà presente a Brindisi nel gazebo delle proposte alternative) l'abbiamo indicata chiaramente. Domani a Brindisi ci saranno anche i ragazzi del fab lab di Francavilla Fontana, Fare Zero, che dimostreranno la loro stampante 3D alimentata a energia fotovoltaica. I ragazzi di Fare Zero la stampante se la sono costruita da soli e poi hanno contribuito al  successo di numerose manifestazioni, stampandone  i simboli (come la moneta simbolo della città di Taranto o lo scudo spartano ).
Fare Zero ha elaborato un sistema per rendere "stand alone" la stampante sia dal punto di vista informatico che energetico, che dimostra come si possano produrre oggetti (micro
produzione industriale) alimentando la stampante 3D direttamente a energia solare con pannelli fotovoltaici, e come sia possibile produrre oggetti anche senza il collegamento con un computer. Hanno fatto tutto questo con pochissimi mezzi e sono la dimostrazione vivente di come una economia senza fossili e senza sprechi sia possibile, se solo c'è la buona volontà! Immaginate cosa avrebbero potuto fare se la regione o il governo avessero creduto in loro. E non solo in loro. Sono ormai migliaia i maker in tutta Italia che producono oggetti 3D in piccole quantità con la manifattura additiva, ostacolati da un governo rivolto solo al passato, così come sono ostacolati coloro che producono energia verde,  che riciclano la materia, che coltivano la terra, che producono ricchezza localmente. Per questo domani è importante essere in piazza contro lo strumento principale di questa politica retrograda e di ostacolo all'innovazione. Il decreto sblocca Italia dell'"innovatore" (ha ha ha !!!) Renzi

Ecco le proposte alternative per l'energia in Pulia elaborate dal gruppo di lavoro Energia di Territorio Zero Puglia:
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NO AI FOSSILI. L'ALTERNATIVA IN QUATTRO PUNTI
L'era dei fossili è finita! Continuare a investire in carbone, gas, petrolio e uranio non ha più nessun senso né sul piano ecologico né su quello economico perché si tratta di fonti dai prezzi volatili e dal costo marginale altissimo. Invece investire nelle fonti rinnovabili ha senso perché una volta pagato il costo dell'impianto, il sole è gratis.

1) LE COMUNITA' DLL'ENERGIA: UN MODELLO DISTRIBUITO
Le fonti rinnovabili vanno installate in piccoli impianti a disposizione di tutti i cittadini, non in grandi impianti di cui beneficiano solo pochi speculatori. Modello distribuito significa cooperative energetiche nei condomini, fotovoltaico per l'irrigazione in agricoltura, solare termico per l'aria condizionata negli alberghi, trasporti a idrogeno puliti e efficienti per i privati e il pubblico. La Regione può finanziare un grande programma per le Comunità dell'Energia pugliesi con i miliardi di euro di fondi Europei che non spende, vergognosamente. Perchè il sole non solo è gratis e è pulito, ma è di tutti, non solo di pochi ricchi investitori.

2) DECARBONIZZAZIONE DELL'ECONOMIA
Man mano che le fonti rinnovabili prendono piede, vanno ridotte in misura corrispondente le fonti fossili. Per ogni megawatt di fotovoltaico o eolico installato bisogna disinstallare un megawatt di fossile. E bisogna completare il ciclo energetico rinnovabile con sistemi di accumulo a idrogeno e a batteria e con reti intelligenti, smart grids, per fare quella che Rifkin ha chiamato l'internet dell'energia, milioni di “prosumers” (consumatori/produttori di energia) in rete fra di loro invece di poche grandi centrali, gasdotti, trivelle impattanti, inquinanti e pericolosi. La transizione verso una economia decarbonizzata ce la chiede l''Europa: far parte della strategia 20 20 20.

3) UNA RIVOLUZIONE ECONOMICA DELLE IMPRESE PUGLIESI
Un modello energetico distribuito e interattivo, basato su prosumers e piccoli impianti distribuiti in tutto il territorio e integrati nell'economia locale, agricoltura, turismo, industria, presuppone una rivoluzione con la chiusura dei grandi impianti industriali pesanti, estranei alla vocazione economica della Puglia, e la riconversione della piccola e media impresa pugliese verso un modello energetico a alta intensità di lavoro anziché a alta intensità di capitali come quello fossile. La riconversione dell'infrastruttura economica, energetica e produttiva della regione va pianificata e studiata attentamente: produttori di impianti e servizi elettrici dovranno riconvertirsi verso smart grid e gli impianti rinnovabili, per turismo, agricoltura, produzioni industriali con stampanti 3D di diverse dimensioni e tipologie.

4) UNA RIVOLUZIONE FORMATIVA: NUOVE PROFESSIONALITA' DELL'ENERGIA
Sostituire ai grandi impianti fossili, una comunità di cittadini e piccole imprese in rete fra di loro, darà da lavorare per decenni alle PMI pugliesi. Ma si tratta di posti di lavoro che ancora non esistono e che bisogna creare con una rivoluzione formativa che miri a creare una generazione di nuovi professionisti dell'energia, abituati a pensare e programmare cicli produttivi sostenibili, circolari, e solari, conformi alle leggi della termodinamica e rispettosi della biosfera, sul modello di quanto proposto proprio in Puglia, dall'Università dell'Idrogeno (H2U). La Regione, ancora una volta deve impegnarsi per pianificare e realizzare questa rivoluzione in tempi rapidi e con i finanziamenti messi a disposizione dal fondo sociale europeo.



Per approfondire: 
Facebook:
 Territorio Zero Puglia 
https://www.facebook.com/groups/504415799641422/?fref=ts / 

Gruppo Zero Brindisi /
https://www.facebook.com/pages/Gruppo-ZERO-Brindisi/1504622949824138?fref=ts


Gruppo Zero Lecce /
https://www.facebook.com/groups/1469730339981924/?fref=ts


Gruppo Zero Ostuni / 
https://www.facebook.com/groups/703782536364178/?fref=ts

Gruppo Zero Torre Santa Susanna /
https://www.facebook.com/groups/1466676870265624/?fref=ts

Gruppo Zero Francavilla Fontana /
https://www.facebook.com/groups/823400777691238/?fref=ts

questo è il video di presentazione della manifestazione:
https://www.youtube.com/watch?v=1MAiLgWil_k&feature=youtu.be