lunedì 14 aprile 2014

NORD- PAS DE CALAIS (FRANCIA) La Terza Rivoluzione Industriale parte da qui

La Regione Francese del Nord Pas de Calais (Meglio conosciuta per il film "Benvenuti al Nord!") ha elaborato un Master Plan  per la transizione verso la TERZA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE 


Il Master Plan è stato elaborato sotto la guida di Jeremy Rifkin e la supervisione diretta del Presidente della Regione Nord-Pas de Calais Daniel Percheròn 
 JEREMY RIFKIN CON IL PRESIDENTE DELLA REGIONE DANIEL PERCHERON




Rifkin e il Presidente Percheron  lo hanno presentato al pubblico a novembre scorso al Forum di Lilla davanti a una platea di 5000 persone, fra cui studenti e imprenditori, e molti cittadini comuni desiderosi di prendr parte al progetto.






Per realizzare questo piano è stato creato un assessorato alla Terza Rivoluzione Industriale





ASSESSORE ALLA TERZA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE
Claude Lenglet, ingegnere civile, inventore del primo edificio a energia positiva (che produce più energia di quella che consuma).
MEDON (Parigi) Il primo edificio a energia positiva (produce 64 kwh per mq2 annui e ne consuma 61)


Direzione 1) ENERGIE RINNOVABILI 
Marc Roquette










Direzione 2) COSTRUZIONI A ENERGIA POSITIVA
Nathalie Roturier












Direzione 3) IDROGENO E SISTEMI DI ACCUMULO
Roch Drozowski











Direzione 4) SMART GRID
Thierry Dhainaut









Direzione 5) TRASPORTI A EMISSIONI ZERO
Pierre de Saintignon











Ci sono anche tre divisioni supplementari:

Direzione 6) Efficienza energetica edifici


Direzione 7) Economia circolare (= Rifiuti Zero)

Direzione 8) Economia delle funzionalità (reindustrializzazione e stampanti 3 D) 




GLI OBIETTIVI ECONOMICI/ENERGETICI:
DECARBONIZZAZIONE AL 2050
- 70% ABBASSAMENTO DEI CONSUMI  
- 30% COPERTURA CON LE RINNOVABILI

Per raggiungere questi obiettivi l'assessorato alla Terza Rivoluzione Industriale prevede di impiegare 200 miliardi di euro al 2050 con risparmi energetici di 320 miliardi e dunque un saldo attivo di 120 miliardi.

Lo scenario basato sui fossili invece prevede una spesa minima al 2050 di 400 miliardi senza alcun ritorno.
Anche il saldo occupazionale al 2050 è positivo: 
Nello scenario di Terza Rivoluzione + 165.000 posti di lavoro 
Nello scenario fossile - 102.000 posti di lavoro

COME E' FINANZIATO IL MASTER PLAN.

- Investimenti  pubblici nazionali
- Fondi regionali infrastrutturali
- Fondi europei
MA SOPRATUTTO, nella Terza Rivoluzione Industriale non c'è più bisogno di grandi finanziatori e banche d'affari. I progetti li possono finanziare direttamente i cittadini tramite i loro risparmi con il
-  CROWD FUNDING (azionariato diffuso)



La Regione promuove attivamente l'azionariato diffuso dalla sua pagina web con la start up innovativa COW FUNDING (il fondo della mucca)
Esempi di progetti in corso di finanziamento con il monitoraggio del finanziamento ottenuto:


ESEMPI DI PROGETTI GIA' FINANZIATI


BIKE SHARING ELETTRICO

ACQUA IN BOTTIGLIA DI PLASTICA CON VUOTO A RENDERE 


FOTOVOLTAICO SUI TETTI DEGLI ASILI


LA TERZA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE RICHIEDE UNA NUOVA GENERAZIONE DI PROFESSIONISTI DELL'ENERGIA. 

PER QUESTO E' NATA LA SCUOLA DI FORMAZIONE DELLA TERZA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE IN UNA EX FABBRICA
L'UNIVERSITA' ZERO CARBONIO

TUTTO QUESTO NEL NORD-PAS DEL CALAIS IN FRANCIA.

"Benvenuti al Nord!"

E IN ITALIA?

???




domenica 13 aprile 2014

CINQUE MOTIVI PER VOTARE 5 STELLE ALLE EUROPEE (A PARTE I 7 PUNTI PER L'EUROPA)

Alle Europee bisogna non solo vincere, ma stravincere!
Per far questo bisogna convincere il massimo numero  di elettori orientati verso i partiti tradizionali o indecisi,  a cambiare idea e votare M5S. 
I sette punti per l'Europa li conosciamo ormai a memoria.
 Ma pochi sanno invece, che l'Europa in questa legislatura si occuperà di nucleare, inceneritori, libertà di rete, beni comuni, tutte questioni per le quali non si possono assolutamente votare candidati che volevano privatizzare l'acqua o tornare al nucleare e che oggi, approfittando della memoria corta degli italiani chiedono il voto alle europee, adottando strumentalmente slogan anti euro o MES o Fiscal Compact! 
Allora tutti gli attivisti del M5S hanno l'obbligo di ricordarsene e ricordarlo a tutti gli elettori in ogni occasione possibile.
Ecco dunque un breve manuale per le europee a beneficio degli attivisti del M5S perchè trovino le parole giuste con elettori amnesici e/o disinformati.  

1) ENERGIA CLIMA  E NUCLEARE
In questa legislatura si arriverà quasi al 2020, data di scadenza degli obiettivi del 20-20-20 che potranno essere confermati o annacquati (le lobby sono scatenate per annacquarli). Inoltre si decideranno le strategie energetiche intermedie (al 2030) e finali (al 2050). Bisognerà difendere gli obiettivi già fissati, soprattutto quello di una Europa Post Carbon al 2050, senza fossili e senza nucleare, (come dice la Dichiarazione Scritta 216/2007 del Parlamento Europeo da cui tutto è nato).
E' fondamentale dunque ricordare a tutti i 27 milioni di elettori che a giugno 2011 hanno votato nel referendum contro il nucleare, che non possono mandare al Parlamento Europeo candidati che vogliono il nucleare e i fossili, e che certamente cercheranno di annacquare gli obiettivi del 20 20 20. E questi candidati sono praticamente quelli di tutti gli altri partiti. 
Gli unici candidati che sono sicuramente contro il nucleare e i fossili, e per le rinnovabili, l'idrogeno, le smart grid, e che vogliono una Europa post carbon al 2050 sono quelli del M5S.

2) RIFIUTI E AMBIENTE
La  "Direttiva Rifiuti" (Direttiva CE 2008/98), che prevede la chiusura virtuosa del ciclo dei rifiuti secondo la gerarchia delle tre "R",  (Riduzione, Riuso, Riciclo) e la progressiva chiusura di discariche, e inceneritori durante questa legislatura verrà sottoposta a revisione. Non si possono eleggere al parlamento europeo candidati appartenenti a partiti che dell'industria degli inceneritori e delle discariche sono amici, quando non proprio azionisti, e che continuano a menarcela che "in Italia ci sono le crisi dei rifiuti perchè gli ambientalisti irresponsabili non fanno aprire gli inceneritori". 
Non si possono eleggere neppure candidati appartenenti a partiti che hanno votato i decreti salva Riva di Taranto, che hanno approvato le vergognose regole nel decreto Destinzione Italia che non solo salvano ma addirittura premiano i grandi inquinatori.  Gli unici candidati che hanno fatto una bandiera della strategia Rifiuti Zero e dell'applicazione della regola europea "chi inquina paga"  sono quelli del M5S.

3) BENI COMUNI
Sui beni comuni non c'è una strategia europea precisa. Ci sono interventi spot, caso per caso, come per esempio per l'autorizzazione degli OGM o per la fissazione di regole relative alle privatizzazioni di "utilities" dell'acqua o dell'energia. Non si possono mandare al parlamento europeo candidati di partiti che vogliono mano libera per i grandi gruppi agroindustriali e del transgenico,  le privatizzazioni di acqua e le dismissioni dei beni pubblici per far fronte al debito. Gli unici eurodeputati italiani  che sicuramente saranno senza esitazioni contro le privatizzazioni, per la ripubblicizzazione dei beni comuni già svenduti, per la valorizzazione sostenibile delle risorse naturali,  della cultura, del paesaggio e della enogastronomia locale basata sull'agricoltura tradizionale che usa semi autoctoni e non transgenici, e che si batteranno perchè tutto questo diventi una direttiva europea per i beni comuni, sono quelli del M5S.   

4) POLITICHE SOCIALI
Durante questa legislatura verranno discussi i termini precisi del cosiddetto  TTIP (trattato per la partnership transatlantica di libero scambio) che mira a dare  mano libera alle multinazionali concedendo loro la possibilità di  ottenere dei risarcimenti per eventuali mancati introiti da parte di Stati attenti alle politiche sociali che si opponessero a pratiche commerciali delle multinazionali non rispettose dei diritti sociali o ambientali. In questo senso sarebbe un suicidio eleggere al parlamento europeo deputati di partiti ultraliberisti convinti che le imprese europee per essere competitive nel mercato globale debbano abbassare i livelli di protezione sociale e sindacale in Europa, che sono collusi con le grandi multinazionali, banche d'affari e centri di potere economico.
Invece bisogna battersi per un "Social Compact" che miri al benessere dei cittadini e dei lavoratori, non alla massimizzazione dei profitti dei grandi gruppi  industriali finanziari ed energetici, che comprenda anche una strategia europea per il Reddito di Cittadinanza, l'esportazione dei diritti dei lavoratori europei anche nei paesi emergenti, invece che la rassegnazione all'abbassamento dei diritti in Europa. Gli unici candidati che hanno delle strategie precise per un Social Compact Europeo sono quelli del M5S.

5) OPEN SOURCE E ACCESSO LIBERO ALLA RETE
Ci hanno già provato una volta a limitare l'accesso alla rete. Si chiamava trattato ACTA e si occupava ufficialmente di lotta alla contraffazione. L'assalto è stato respinto. Ma ci riproveranno. In questa legislatura. Per questo bisogna diffidare di candidati appartenenti ai partiti tradizionali che dalla rete e dai movimenti hanno tutto da perdere perchè sono espressione di una cultura a loro estranea. Non è consigliabile votare candidati che in nome del diritto d'autore o della lotta alla contraffazione sono capaci di svendere il diritto di accesso alla rete dei cittadini. Gli unici candidati che sicuramente terranno fermo il principio che bisogna favorire l'open source in tutte le sue forme e wi fi libero, gratuito e veloce per tutti, l'accesso alla produzione industriale democratizzato e distribuito tramite le stampanti tridimensionali, la massima diffusione dei Fab Lab e dell'innovazione industriale su piccola scala con criteri di erogazione dei fondi che considerino solo la bontà dei progetti e non la solvibilità o la capacità fideiussoria dei proponenti, sono quelli del Movimento 5 Stelle. 

Su questi punti, tutti gli avversari del M5S alle elezioni europee vanno in crisi, perchè sono in distonìa con il sentire e gli umori dei cittadini, specialmente quei 27 milioni che andarono a votare al referendum di giugno 2011 contro il nucleare e la privatizzazione dell'acqua pubblica.  

Suggeriamo a tutti gli elettori di domandare ai candidati come voterebbero se a Strasburgo si cercasse di mettere in discussione le rinnovabili e tornare al nucleare o ai fossili, rivedere i divieti contro gli inceneritori e discariche,  limitare l'accesso alla rete,  svendere i beni comuni, o abbassare le protezioni sociali. E vedrete che su almeno uno di questi argomenti cascano tutti  i candidati di PD, FI, NCD, SEL, LEGA e frattaglie varie.
Allora se scegliamo questi i terreni di confronto spostiamo consenso. E se spostiamo consenso vinciamo. Perchè diventa ovvio anche agli indecisi o ai male orientati che degli altri non c'è da fidarsi. 

Diventa ovvio che resta solo il Movimento 5 Stelle!

Il post finisce qui ma per coloro che volessero approfondire le tematiche ambientali e energetiche,è consigliabile leggere l'appendice.




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APPENDICE:

1) ENERGIA CLIMA E NUCLEARE 
Come tutti sappiamo, l'Unione Europea si è dotata di di strategie climatiche e energetiche molto avanzate: il 20 20 20,  (scusate se do i numeri: significa che al 2020 dovremmo avere 20% in meno di emissioni di gas a effetto serra, 20% in più di efficienza energetica e 20% di consumi energetici da fonti rinnovabili: una vera rivoluzione sociale, meno profitti per i monopoli energetici, ambiente più pulito e la piena occupazione su scala europea!)
Questa strategia è stata lanciata con il pacchetto Clima/Energia che ha promosso politiche di sostegno alle rinnovabili in tutta Europa, e ha permesso l'emergere di una nuova economia delle rinnovabili ad alta intensità occupazionale  in tutta l'Europa creando lavoro e occasioni commerciali per piccole e medie imprese.
L'Italia è rimasta al palo perchè la  politica si è fatta dettare le regole dai grandi monopoli energetici, i quali condizionano anche economicamente la partitocrazia in tutte le sue forme, di destra, di sinistra e di sinistra "ecologista", vogliono solo grandi impianti di rinnovabili industriali e non vedono di buon occhio che i cittadini smettano di essere solo consumatori della loro energia prodotta da fonti fossili, ma diventino produttori su piccola scala e in rete, di energia solare. 
Per questo in Italia noi soffochiamo  la green economy  con la burocrazia  e capovolgiamo perfino il senso delle parole (nell'agenda Monti sotto lavoce "economia verde" erano addirittura rubricati idrocarburi, trivellazioni petrolifere e hub del gas, e il Ministro Guidi, ha appena dichiarato guerra alle rinnovabili e agli ambientalisti che vogliono impedire lo sfruttamento dei giacimenti petroliferi nazionali).

Bene, siccome in questa legislatura si decideranno gli obiettivi europei intermedi al 2030, e di lungo termine al 2050, a Bruxelles le lobby sono in agguato in attesa di fiondarsi sui nuovi europarlamentari.
L'obiettivo è quello di annacquare e disinnescare questi obiettivi. Per esempio evitando che il 20 20 20 al 2020 diventi 50 50 50 al 2030 (scusate se continuo a dare i numeri). E i primi risultati già si vedono. Proprio questa settimana, la Commissione Europea, su chiarissimo input dei monopoli energetici ha esentato l'industria dal contribuire alle rinnovabili penalizzando le industrie più pulite e premiando le più sporche e energivore e legalizzando il sostegno ai fossili del capacity payment. Su questo argomento ho scritto un post rilanciato da Sergio di Cori Modigliani ch vi consiglio di leggere se ancora non lo avete fatto
http://sergiodicorimodiglianji.blogspot.it/2014/04/ultimora-golpe-bruxelles-dei-colossi.html

Bisognerà difendere gli obiettivi già fissati e soprattutto quello di una Europa Post Carbon al 2050, facendo entrare l'Europa nell'era senza fossili, senza nucleare, (come dice la Dichiarazione Scritta 216/2007 del Parlamento Europeo che facemmo approvare  battendo tutte le potentissime lobbies dei fossili e del nucleare).
Ecco perchè non si può votare PD, FI, NCD, (partiti  dei comitati d'affari, del nucleare, degli inceneritori, del carbone), perchè la partitocrazia tradizionale sarà facile preda delle lobby! Fanno parte della stessa cultura politica, degli stessi gruppi di potere. 
Ci vogliono europarlamentari fuori da quei giochi. E qui non c'è partita, gli unici candidati a queste elezioni europee capaci di portare credibilmente avanti questo programma senza cedimenti e ambiguità sono quelli del M5S.

La patitocrazia tradizionale adesso  infesta tutti gli spazi televisivi, sparando a zero contro l'Euro, (dopo averlo votato e gestito al governo) MA SUL NUCLEARE NON LI HO ANCORA SENTITI FARE AMMENDA!!!.
E sul nucleare, non possiamo avere amnesie.
27 milioni di voti sono troppi da dimenticare.
27 milioni di italiani che andarono a votare  contro  il piano nucleare del governo Berlusconi.
Io me lo ricordo bene Berlusconi che faceva le conferenze stampa con Sarkozy magnificando le tecnologie francesi per il reattore EPR di cui volevano costruirne 4, spendendo decine di miliardi che non abbiamo, e di cui non abbiamo bisogno visto che siamo in sovraccapacità produttiva di quasi 2 terzi.
Io me la ricordo bene la Prestigiacomo che, a disastro nucleare di Fukushima ancora caldo, dichiarava ai quattro venti "il nostro programma nucleare italiano CHIARAMENTE va avanti!".

Io me lo ricordo bene il ministro Paolo -Colpo Grosso- Romani dichiarare che al 2020 il 25% dell'energia italiana sarebbe stata nucleare!

Queste sono le prime "europee" dopo il referendum che ha detto NO al nucleare per la seconda volta in Italia.
Qui ci sono candidati che volevano il nucleare! Non trenta  anni fa ma meno di tre! 
Non dimentichiamocelo. 
Ricordiamolo! 
Ricordiamolo a tutti gli elettori!
Diciamolo su tutte le piazze!
In tutte le strade, in tutte le conversazioni di persona e in tutte le chat on line.
Ripetiamoglelo in tutte le salse, fino alla nausea!
"Meno di 3 anni fa voi avete cercato di farci tornare al nucleare! Adesso volete andare a Bruxelles dove si prenderanno decisioni sull'energia! Come voterete in caso si proponga un ritorno al nucleare? 

2) RIFIUTI E AMBIENTE
Scegliamo i rifiuti come terreno di scontro! Facciamo in modo che i candidati alle europee si pronuncino su questo tema adesso. Che vengano adesso a dire che vogliono chiudere il ciclo dei rifiuti con inceneritori e discariche.
Ricordiamo a tutti gli elettori, che se dovessero votare questi partiti solo perchè improvvisamente si sono convertiti alla dottrina  "anti-Euro", potrebbero trovarsi ad essere rappresentati da persone che quando saranno chiamate a decidere su questioni importantissime, come per esempio sulla revisione della "Direttiva Rifiuti" (Direttiva CE 2008/98), voteranno per "ammorbidire" le regole anti inceneritori (perchè loro dell'industria degli inceneritori sono amici, quando non proprio azionisti).
Sia destra che sinistra  vogliono inceneritori e discariche e non vogliono far pagare gli inquinatori come invece previsto dalla direttiva europea "chi inquina paga"  (Direttiva CE 2004/35)come dimostrato dal caso ILVA e dalla recente approvazione di norme favorevoli ai grandi inquinatori pagati per fare "innovazione  "o" le bonifiche nel decreto "Destinaziione Italia,  libertà di inquinamento, noi vogliamo Rifiuti Zero e la strategia delle tre "R", e l'applicazione della regola europea "chi inquina paga" 
La Direttiva Rifiuti stabisce una gerarchia precisa che prevere innanzitutto la riduzione e poi il riuso di prodotti a fine ciclo. Voi, in Italia avete visto una politica in questo senso? Avete visto le banche del riuso? Gli atelier della riparazione? L'obbligazione di vuori a rendere e la proibizione di vuoti a perdere? L'introduzione pianificata di commerci alla spina o allo sfuso? 
Questa è una nuova economia ad alta intensità di lavoro e non di capitali, che non presuppone la costruzione di nuovi impianti (costosissini) di trattamento e incenerimento. E quindi non interessa i comitati d'affari della partitocrazia tradizionalehce dei grandi impianti hanno bisogno per potersi spartire i grandi appalti. 
Mandare questa gente al parlamento significa mettere a repentaglio le uniche cose buone fatte dall'Europa negli ultimi 10 anni.
Significa mandare a Bruxelles i peggiori inceneritoristi, prontissimi a favorire una retromarcia sul NO a inceneritori e discariche, perchè hanno rapporti con coloro che da  inceneritori e discariche fanno profitti multimilionari, gente che parla di "mercato dei rifiuti" come se i rifiuti fossero un bene di consumo, e non un errore di progettazione e di distribuzione dell'iperconsumismo folle da cui guadagnano solo in pochi (tutti amici fra loro e amichevolmente relazionati alla partitocrazia che adesso vorrebbe andare al Parlamento Europeo).
Ricordiamolo a tutti gli elettori

3) BENI COMUNI
Sui beni comuni non c'è una strategia europea precisa come per rifiuti e energia e ambiente. In questo campo si gioca in difesa, perchè siamo continuamente soggetti ad attacchi di grandi multinazionali che vogliono la privatizzazione di acqua, servizi pubbliciu essenziali, trasporti. La partitocrazia tradizionale (da ultimo il Ministro Padoan) conferma che bisogna "svendere", privatizzare, dismettere, per pagare il debito. 
Bisognerà fare fronte comune con altri gruppi in sintonia con noi su questo per lanciare l'idea di una "Direttiva Beni Comuni" che protegga le risorse naturali su scala europea (altro che unione Bancaria, qui ci vuole una Unione dei Beni Comuni) Per far questo, bisogna  mandare a posti decisionali, persone che credono nell'agricoltura di filiera corta e nella sovranità alimentare dei cittadini, perchè hanno relazioni, spesso anche di affari, con le multinazionali delle biotecnologie e dell'agroindustria mondiale, i monopolisti delle sementi che vorrebbero spazzare via i piccoli contadini di Terra Madre che portano avanti l'agricoltura in un rapporto sinergico con il territorio da migliaia di anni. Bisogna puntare il dito contro la partitocrazia tradizionale pronta ad aprire, in nome del "libero mercato"  ai grandi gruppi agroindustriali e del transgenico,  a fare privatizzazioni per far cassa e pagare il debito pubblico, voluto da loro, con i "gioielli di famiglia". Bisogna mandare riempire il Parlamento Europeo di persone che vogliono la ripubblicizzazione dei beni comuni e delle risorse naturali, la valorizzazione dell'enogastronomia locale e dell'agricoltura tradizionale basata su semi autoctoni e non quelli transgenici. Queste persone sono tutte e soltanto candidate con il M5S.   

4) POLITICHE SOCIALI
Per maggiori informazioni sul TTIP:
http://temi.repubblica.it/micromega-online/trattato-transatlantico-un-uragano-che-minaccia-gli-europei/

Considerazioni conclusive.I partiti tradizionali hanno interessi convergenti (e in molti casi coincidenti)  con chi  gestisce i grandi gruppi finanziari, le privatizzazioni dei beni comuni, chi specula sulle derrate alimentari affamando i popoli del terzo mondo, le multinazionali delle tecnologie transgeniche che depredano i popoli della loro sovranità alimentare, le multinazionali del petrolio e degli altri combustibili fossili  e fissili che devastano l'ambiente a Fukushima le  come a Taranto, a Gela come in Ecuador, che sono responsabili di milioni di morti ogni anno.

Questi interessi vanno identificati e smascherati senza pietà. 
Per esempio i nuclearisti devono smetterla di presentarsi come i i "difensori del clima". Per far questo ci voglio eurodeputati a 5 Stelle come a Roma perchè i lobbisti a Bruxelles si possono battere. Come furono battuti  il 7 marzo del 2007 quando sotto presidenza tedesca venne approvato il 20 20 20, la strategia energetica europea che andava (e va)  verso una Europa "post carbon e post nuclear".
O come sono stati battuti nella battaglia per la direttiva rifiuti, che stabilisce una chiusura virtuosa dei cicli di consumo (le tre R. riduzione, riuso, riciclo).
O sul regolamento REACH che limita le emissioni di sostanze chimiche nell'ambiente contro il quale paventavano, mistificando, milioni di licenziamenti, che puntualmente non si sono verificati.

Il Parlamento Europeo non ha poteri di iniziativa legislativa (e questa è una anomalia da correggere al più presto, per quanto noi italiani, famosi per aver esautorato il parlamento nazionale con l'abuso della decretazione d'urgenza ex articolo 77 della Costituzione siamo forse i meno titolati a parlarne, ma non divaghiamo), ma interviene comunque in processi decisionali su materie importantissime per la vita dei cittadini europei. Nei prossimi 5 anni dovrà confermare le politiche virtuose sul piano ambientale e energetico o potrà ritornare sui suoi passi,  rallentare o proprio fermare le politiche di sostenibilità, o quelle contro gli OGM.
Inoltre si dovranno portare al centro dell'iniziativa europea temi "spinelliani" come le politiche sociali europee, il reddito di cittadinanza o la limitazione dello strapotere delle banche o l'esportazione dei diritti su scala mondiale.
Le decisioni che verranno prese a Bruxelles durante questo quinquennio potranno accelerare (finanziandioli) progetti per il rilancio dal basso dell'economia, basata su piccole aziende agricole turistiche, integrate fra di loro in una rete di valorizzazione locale attraverso sapienti operazioni di marketing territoriale e di valorizzazione dei beni comuni e delle risorse naturali. 
Oppure ritardarli, ostacolarli azzerarli. 

Cosa ci resta se crediamo in una società a rifiuti zero, senza discariche, inceneritori, siti inquinati da bonificare, dove i cittadini riusano e riciclano tutto quello che non consumano e consumano lo stretto indispensabile per soddisfare bisogni sobri e non indotti da pubblicità obnubilanti e parossistiche?


Il Presidente Correa con le mani sporche del petrolio sversato
dalla Texaco.Chevron nell'amazzonia ecuadoregna
Cosa ci resta se crediamo in una Europa dei cittadini e non dei grandi gruppi energetici, finanziari, chimici e agroindustriali? 

Cosa ci resta se crediamo in una società di "makers" che producono oggetti ad altissima efficienza energetica e industriale con stampanti tridimensionali in reti locali in cui lavorano molte più persone che in obsolete acciaierie e industrie di padroni del vapore legati alla finanza internazionale e devastanti per il territorio?
Cosa ci resta se crediamo in una politica che si sporca le mani dimostrativamente,  per proteggere i propri concittadini come il Presidente dell'Ecuador Rafael Correa nel distretto amazzonico di Succumbìos -Orellana, e che non sghignazza per telefono con i padroni delle acciaierie  sulla pelle delle vittime dell'inquinamento?

Ci resta solo il Movimento 5 Stelle.

mercoledì 9 aprile 2014

Colpo di mano a Bruxelles: gravissimo voltafaccia della Commissione Europea sulle politiche energetiche. Un appello a tutti i candidati alle europee con una coscienza ambientale.

Il mio incontro a Roma con la Commissaria Europea
al Clima, la danese Connie Hedegaard
Era nell'aria, e ... zac! è successo. 

La Commissaria Europea al Clima Connie Hedegaard me l'aveva quasi detto quando è venuta a Roma a febbraio scorso, e infatti da quell'incontro uscii abbastanza perplesso tanto che scrissi questo post (che alla luce di quello che è successo oggi assume un nuovo significato)
http://www.angeloconsoli.blogspot.it/2014/02/il-clima-sul-clima-e-cambiato-ritornare.html)

"Contrordine compagni! Su energia, clima e ambiente abbiamo scherzato per otto anni, adesso la ricreazione è finita e si ritorna a un sano realismo fossile. Fra un po' anche nucleare, tranquilli! Così i gruppi finanziari che fanno soldi sulla nostra pelle e sulla nostra salute saranno contenti!"

Oggi la Commissione Europea con un inatteso colpo di mano da parte del Commissario alla Concorrenza, lo spagnolo Joaquìn Almùnia, ha praticamente cancellato otto anni di politiche energetiche virtuose e, cedendo alle lobby dell'energia, ha  approvato le sue nuove "linee guida" sulle deroghe possibili al divieto generale di aiuti di Stato nel settore dell'energia (*). 

Un'interpretazione delle regole di concorrenza che in realtà si traduce in una vera e propria decisione politica, che avrà conseguenze gravi sull'intero sistema Ue di promozione e sostegno pubblico delle fonti rinnovabili, spostando quasi completamente sulle spalle dei consumatori i costi della transizione energetica, come rilevato in un articolo comparso oggi su "La Stampa" (**)

Tutte le grandi industrie energivore vengono esentate retroattivamente dal contribuire agli incentivi per le rinnovabili che vengono praticamente cancellati mentre non vengono minimamente toccati i molto più corposi incentivi alle fonti fossili ormai pari al 2,5 % del PIL mondiale - vedi (***) 

Inoltre sarà anche possibile finanziare con fondi pubblici i cosiddetti "capacity mechanisms", vere e proprie sovvenzioni ai monopoli dell'energia fossile erogati con la scusa del pagamento della riserva di capacità installata per garantire un "back-up"  in caso di emergenza e in realtà compensati per aver sbagliato investimenti ed essere stati messi in crisi dal... sole! 
In pratica il famoso "capacity payment" approvato molto timidamente  dal governo Monti e reclamato a gran voce da Sorgenia con l'avvicendamento Letta/Renzi per salvarsi dai suoi cattivi investimenti nel fossile (cosa della quale si è occupato Sergio Rizzo in prima pagina sul Corriere della Sera del 2 marzo scorso).

E comunque questo colpo di mano a un osservatore attento, tanto inatteso non doveva essere. 

IL GRUPPO "MAGRITTE"

Le prime avvisaglie si erano avute a maggio 2013 quando i principali monopoli fossili d'Europa, dopo la pubblicazione della Comunicazione della Commissione sugli obiettivi energetici di medio periodo (cioè al 2030 - Vedi link 1 in fondo al post), costituirono un gruppo di lobby per attaccare le rinnovabili. Il gruppo venne immaginificamente chiamato "Magritte" E infatti surrealiste sono le loro richieste: stroncare le rinnovabili perchè mettono in crisi economicamente il loro modello di produzione elettrica basata sui fossili (nella loro "neolingua" loro la chiamano "stabilità del sistema termoelettrico" così chiunque si azzardi a criticarlo potrà essere preso per un pericoloso terrorista che vuole destabilizzare il sistema termoelettrico...  (vedi link numero 2 in fondo al post).

Ma qualcuno storce il naso,  alcune industrie della Green economy, creano il gruppo delle "progressive energy companies" a sostegno di una più ambiziosa politica climatica e energetica Europea. (vedi link numero 3 in fondo al post), denunciando che non di stabilità del "sistema termoelettrico" si tratta ma di stabilità di un business model basato sulle fonti fossili e concentrate messo in crisi dalla più conveniente e abbondante energia solare (vedi link 4 in fondo al post). 
 
A quel punto i "fossilisti" cambiano strategia  e non parlano più di stabilità del sistema termoelettrico ma di "avenire énergétique de l'Europe" (vedi link nr 5 in fondo al post).

I tempi sono maturi per sferrare la più grande controffensiva  mediatica giusto il 19 marzo, il giorno prima del Consiglio Europeo del 20 e 21 marzo scorso (quello che Renzi confuse con il Consiglio d'Europa facendo ridere mezzo mondo), avanzando un pacchetto di 9 punti fra cui 
la detassazione dei settori industriali più energivori, incoraggiandoli a servirsi di energia fossile praticamente gratis (tanto per loro pagheranno i cittadini e i consumatori, che non hanno lobby capaci di scrivere le regole nella Commissione Europea), l'eliminazione degli incentivi alle rinnovabili, la legalizzazione del capacity payment (su cui pendeva un sospetto di illegittimità ai sensi della legislazione sugli aiuti di Stato alle imprese private, oggi "sanato"con questa pazzesca decisione (si veda il link nr 6 alla fine del post).

Le richieste del gruppo Magritte vengono oggi esaudite con una decisione in forte odore di illegittimità sotto molti profili. 

Vediamo meglio:
le "linee guida", presentate oggi  non sono misure legislative, non devono essere approvate in co-decisione dal Parlamento europeo (che rappresenta i cittadini) e dal Consiglio Ue, (che rappresenta i governi), e non possono dunque essere emendate. 
Sono elaborate, approvate e applicate immediatamente dalla Commissione, in quanto Autorità antitrust europea indipendente. Eppure, le decisioni prese oggi potrebbero cambiare in profondità la politica energetica, ambientale e climatica dell'Ue, che era stata stabilita con il pacchetto 20/20/20 del 2007/2008.  
La Corte Europea di Giustizia del Lussemburgo
Si tratta di una surrogazione indebita della tecnocrazia al potere legislativo per cui un parlamento europeo guidato da un Presidente conscio delle sue prerogative dovrebbe immediatamente consultare il servizio giuridico per valutare la possibilità di un ricorso alla corte Europea di Giustizia del Lussemburgo. 

L'esenzione parziale o, in certi casi, perfino totale, dal pagamento della parte delle fatture elettriche dovuta al sostegno alle rinnovabili potrà riguadare un numero imprecisato di comparti industriali, quali: attività minerarie, trasformazione di alimenti e bevande, attività manifatturiere riguardanti tessili, cuoio, legno, carta, farmaceutici, plastica, vetro, ceramica, alluminio, rame a altri metalli, batterie e accumulatori, cemento, elettronica, fertilizzanti, chimica e raffinerie, petrolio e gas, combustibili nucleari. Tutti settori che non possono essere lasciati in una specie di zona franca rispetto alla strategia energetica europea, pena il suo svuotamento totale.
Infatti, come hanno ammesso proprio oggi fonti qualificate della stessa Commissione europea, aumenterà in modo rilevante la fattura da pagare per i consumatori, che dovranno compensare di tasca loro il mancato contributo alle energie rinnovabili delle industrie più inquinanti, più consumatrici di energia e più responsabili di emissioni di gas a effetto serra. 
E saranno penalizzate, paradossalmente, le industrie con le più alte performance di efficienza energetica, quelle che hanno investito di più in questo campo, che non potranno godere delle esenzioni (a meno di non essere fortemente esposte alla concorrenza internazionale).  Tutto questo rappresenta una inversione di tendenza di una strategia virtuosa e sostenibilie iniziata otto anni fa con il 20 20 20 durante la presidenza tedesca, e questa strategia non può essere rimessa in discussione con una decisione di oscuri tecnocrati, ma deve essere sottoposta a revisione, secondo lo stesso processo legislativo che l'ha stabilita.
Anche questo è sicuramente da valutarsi come oggetto di ricorso giurisdizionale.


Joaquìn Almùnia
Guenter Oettinger
Infine il Commissario Almùnia,  opera una  sostanziale    armonizzazione dei diversi sistemi nazionali di sostegno alle rinnovabili (cosa che non gli compete come responsabile dell'Antitrust Europeo) con decisioni relative alla quantità, qualità e modalità di erogazione degli incentivi, che si prevede vengano addirittura messi all'asta  tramite "competitive bidding processes"e non più  concessi a chiunque ne faccia richiesta. 
Ora, a parte che così gli incentivi alle rinnovabili diventano una lotteria, è del tutto evidente che qui siamo in violazione delle regole che separano le competenze fra diversi Commissari europei e c'è da aspettarsi (o da esigere) che il Commissario all'Energia Oettinger faccia valere le sue prerogative, visto che contro il "capacity mechanism" aveva preso posizione! (al riguardo si può approfondire leggendo il mio post sulla comunicazione da lui presentata a Novembre 2012 sul funzionamento del mercato dell'energia e potrete trovare al nr 7 in fondo alla pagina). 

ANCORA UNA VOLTA SI IMPONGONO REGOLE FAVOREVOLI AI TEDESCHI
Ma non c'è da sperarci. Infatti il colpo di mano dello spagnolo, cava le castagne dal fuoco al tedesco. Nel caso specifico, le esenzioni dal divieto di aiuto di Stato sono state oggetto di un negoziato serrato, durato due anni, fra la Commissione e in particolare il governo tedesco, con la sostanziale esclusione degli altri e la totale assenza del Parlamento europeo. 
Il risultato finale è che gli aiuti di Stato che la Germania ha fornito - contro le norme Ue - a gran parte delle sue industrie, alleggerendo la loro fattura energetica, non solo non verranno sanzionati in futuro, ma sono stati condonati retroattivamente. 
E quel tipo di esenzioni sarà ora esteso a tutti gli altri Stati membri, che finora avevano rispettato le normative Ue, non aiutando le proprie imprese e penalizzandole rispetto a quelle tedesche.  

Gli aiuti di Stato ora permessi in questo settore sono una possibilità, non un obbligo per gli Stati membri, ma è chiaro che pochi paesi lasceranno le proprie industrie esposte al "dumping energetico" dei paesi vicini, e tutti si affretteranno a uniformarsi al sistema tedesco. Proprio quando invece si sta raggiungendo la grid parity nei paesi del Sud dell'Europa con grande scorno dei monopoli fossili del nord Europa.

Tutto questo rappresenta un gravissimo, ribaltamento della politica Ue a colpi di decisioni insidacabili dei tecnocrati della Direzione Concorrenza della Commissione, dettate dalle lobby.
Infatti è chiaro che il Commissario alla Concorrenza è andato molto al di là di una pura interpretazione delle norme sulla concorrenza (del resto quando lo abbiamo incontrato con Rifkin nel 2007, non ha fatto altro che lamentarsi del costo eccessivo delle rinnovabili, un mantra tipico delle lobby dei fossili che evidentemente già da allora -era il 2007-  lo "imbeccavano").

Perchè questa accelerazione proprio adesso? Forse le lobby fossili a Bruxelles si sono rese conto che il vento sta cambiando, e che dopo queste elezioni europee potrebbero non avere più una Commissione di "camerieri" (socialisti compresi) pronti a esaudire ogni loro desiderio, e allora hanno preferito forzare la mano subito, sperando di farla franca e e di poter imporre questo  scandaloso abuso di potere contro lo stato di diritto e le regole della democrazia Europea. 
La Commissione non puo' arrogarsi il diritto di cambiare la politica Ue sulle rinnovabili con una decisione di mera interpretazione dei Trattati.

RICAPITOLANDO
1  - L'Antitrust della Commissione Europea, eccedendo i suoi poteri, entra d'imperio a gamba tesa nelle strategie energetiche europee, capovolgendole, e adotta un atteggiamento estremamente permissivo verso le fossili e il nucleare e estremamente punitivo verso le rinnovabili

2  - I  tedeschi hanno violato per tre anni le norme sugli aiuti di Stato, gli altri non lo hanno fatto, e si premiano i tedeschi con una decisione retroattiva!!!

3 - Mentre quelli che  hanno creduto nella strategia Ue e hanno investito nelle rinnovabili e nell'efficienza energetica vengono penalizzati, quelli che non ci hanno creduto, e hanno investito nel gas, sbagliando tutto, tanto che ora sono in sovraccapacità produttiva e sono costretti a mendicare un "aiutino" pubblico per compensare le perdite economiche dovute esclusivamente a loro scelte industriali miopi e sbagliate, vengono invece  premiati 
(Vale la pena di ricordare che questo è esattamente il caso di Sorgenia a cui la legalizzazione del "capacity mechanism" sembrerà una manna dal cielo).

4  - Le esenzioni delle grandi industrie energivore dal contributo al finanziamento delle rinnovabili, sono esattamente il contrario di quello che si dovrebbe fare, e provocheranno un aumento notevole delle bollette per i consumatori. 

5  - A quel punto i monopoli energetici avranno buon gioco nel dire che l'energia rinnovabile  costa troppo ai consumatori e insisteranno per  togliere definitivamente gli incentivi. Nel frattempo, le industrie sono comunque esentate, le utilities ricevono i sussidi per le riserve di capacità (centrali a gas) e magari si riesce anche a ottenere dei sussidi per promuovere nucleare e gas per raggiungere le riduzioni di emissioni che (si affermerà) non si possono più raggiungere con le rinnovabili.

Le esternazioni "fossili" del Ministro Guidi
6 - Così i  monopoli energetici continueranno a spremere il limone dei fossili e a fare profitti stratosferici sulla pelle e la salute dei cittadini europei che continueranno allegramente ad ammalarsi e a morire a centinaia di migliaia, la Germania non sarà più costretta a farsi rimborsare dalle proprie imprese centinaia di milioni  di euro di aiuti di stato improvvidamente concessi, e legalizzati retroattivamente da una Commissione generosa a senso unico.

7 - A questo punto il cerchio si chiude. E si capiscono meglio le uscite del Ministro Guidi di questi ultimi giorni. 

CONCLUSIONI
Ci sarà qualcuno a Bruxelles o al Lussemburgo, che si renderà conto della violazione bella e buona allo stato diritto perpetrata con questa decisione che confonde di tutto, aiuti di stato e incentivi alle rinnovabili,  decisioni tecniche (di competenza della DG Concorrenza)  e decisioni di armonizzazione normativa (di competenza del potere legislativo, cioè del Consiglio e del Parlamento)? 
Ci saranno associazioni di consumatori, o  ambientaliste,  o sindacati, o imprese straniere sfavorite dagli aiuti di Stato alle imprese tedesche che si faranno sentire? 

E soprattutto,  i candidati italiani alle elezioni europee che ne pensano di questa invasione di campo dell'organo legislativo al quale ambiscono, da parte di un potere tecnocratico non eletto da nessuno? 
Trovano tutto normale? 
O hanno intenzione di battere un colpo? 




(*) http://ec.europa.eu/competition/sectors/energy/eeag_en.pdf

(**) http://www.lastampa.it/2014/04/09/scienza/ambiente/commissione-ue-esenta-lindustria-dal-contributo-a-rinnovabili-tFFpNB171uVVInHxWFmQIM/pagina.html

(***) http://www.qualenergia.it/articoli/20130403-gli-aiuti-alle-fonti-energia-fossili-il-25-percento-del-pil-mondiale

1) http://ec.europa.eu/energy/2030_en.htm

2) http://uk.reuters.com/article/2013/10/11/utilities-renewables-ceos-idUKL6N0I11UF20131011

3)  "http://www.energypost.eu/progressive-energy-companies-versus-margritte-group/  

4) http://cetri-tires.org/press/2013/16-giugno-2013-le-rinnovabili-coprono-lintero-fabbisogno-energetico-italiano/?lang=it

5) https://www.gdfsuez.com/wp-content/uploads/2014/03/le-groupe-magritte-appelle-a-des-mesures-immediates-et-drastiques-afin-de-preserver-l-avenir-energetique-de-l-europe-19-mars-20142.pdf 

6) http://www.gdfsuez.com/journalistes/dossiers-de-presse/groupe-magritte-mesures-preserver-avenir-energetique-europe/

7) http://angeloconsoli.blogspot.it/2012/11/e-necessaria-una-diversa-politica.html