domenica 13 aprile 2014

CINQUE MOTIVI PER VOTARE 5 STELLE ALLE EUROPEE (A PARTE I 7 PUNTI PER L'EUROPA)

Alle Europee bisogna non solo vincere, ma stravincere!
Per far questo bisogna convincere il massimo numero  di elettori orientati verso i partiti tradizionali o indecisi,  a cambiare idea e votare M5S. 
I sette punti per l'Europa li conosciamo ormai a memoria.
 Ma pochi sanno invece, che l'Europa in questa legislatura si occuperà di nucleare, inceneritori, libertà di rete, beni comuni, tutte questioni per le quali non si possono assolutamente votare candidati che volevano privatizzare l'acqua o tornare al nucleare e che oggi, approfittando della memoria corta degli italiani chiedono il voto alle europee, adottando strumentalmente slogan anti euro o MES o Fiscal Compact! 
Allora tutti gli attivisti del M5S hanno l'obbligo di ricordarsene e ricordarlo a tutti gli elettori in ogni occasione possibile.
Ecco dunque un breve manuale per le europee a beneficio degli attivisti del M5S perchè trovino le parole giuste con elettori amnesici e/o disinformati.  

1) ENERGIA CLIMA  E NUCLEARE
In questa legislatura si arriverà quasi al 2020, data di scadenza degli obiettivi del 20-20-20 che potranno essere confermati o annacquati (le lobby sono scatenate per annacquarli). Inoltre si decideranno le strategie energetiche intermedie (al 2030) e finali (al 2050). Bisognerà difendere gli obiettivi già fissati, soprattutto quello di una Europa Post Carbon al 2050, senza fossili e senza nucleare, (come dice la Dichiarazione Scritta 216/2007 del Parlamento Europeo da cui tutto è nato).
E' fondamentale dunque ricordare a tutti i 27 milioni di elettori che a giugno 2011 hanno votato nel referendum contro il nucleare, che non possono mandare al Parlamento Europeo candidati che vogliono il nucleare e i fossili, e che certamente cercheranno di annacquare gli obiettivi del 20 20 20. E questi candidati sono praticamente quelli di tutti gli altri partiti. 
Gli unici candidati che sono sicuramente contro il nucleare e i fossili, e per le rinnovabili, l'idrogeno, le smart grid, e che vogliono una Europa post carbon al 2050 sono quelli del M5S.

2) RIFIUTI E AMBIENTE
La  "Direttiva Rifiuti" (Direttiva CE 2008/98), che prevede la chiusura virtuosa del ciclo dei rifiuti secondo la gerarchia delle tre "R",  (Riduzione, Riuso, Riciclo) e la progressiva chiusura di discariche, e inceneritori durante questa legislatura verrà sottoposta a revisione. Non si possono eleggere al parlamento europeo candidati appartenenti a partiti che dell'industria degli inceneritori e delle discariche sono amici, quando non proprio azionisti, e che continuano a menarcela che "in Italia ci sono le crisi dei rifiuti perchè gli ambientalisti irresponsabili non fanno aprire gli inceneritori". 
Non si possono eleggere neppure candidati appartenenti a partiti che hanno votato i decreti salva Riva di Taranto, che hanno approvato le vergognose regole nel decreto Destinzione Italia che non solo salvano ma addirittura premiano i grandi inquinatori.  Gli unici candidati che hanno fatto una bandiera della strategia Rifiuti Zero e dell'applicazione della regola europea "chi inquina paga"  sono quelli del M5S.

3) BENI COMUNI
Sui beni comuni non c'è una strategia europea precisa. Ci sono interventi spot, caso per caso, come per esempio per l'autorizzazione degli OGM o per la fissazione di regole relative alle privatizzazioni di "utilities" dell'acqua o dell'energia. Non si possono mandare al parlamento europeo candidati di partiti che vogliono mano libera per i grandi gruppi agroindustriali e del transgenico,  le privatizzazioni di acqua e le dismissioni dei beni pubblici per far fronte al debito. Gli unici eurodeputati italiani  che sicuramente saranno senza esitazioni contro le privatizzazioni, per la ripubblicizzazione dei beni comuni già svenduti, per la valorizzazione sostenibile delle risorse naturali,  della cultura, del paesaggio e della enogastronomia locale basata sull'agricoltura tradizionale che usa semi autoctoni e non transgenici, e che si batteranno perchè tutto questo diventi una direttiva europea per i beni comuni, sono quelli del M5S.   

4) POLITICHE SOCIALI
Durante questa legislatura verranno discussi i termini precisi del cosiddetto  TTIP (trattato per la partnership transatlantica di libero scambio) che mira a dare  mano libera alle multinazionali concedendo loro la possibilità di  ottenere dei risarcimenti per eventuali mancati introiti da parte di Stati attenti alle politiche sociali che si opponessero a pratiche commerciali delle multinazionali non rispettose dei diritti sociali o ambientali. In questo senso sarebbe un suicidio eleggere al parlamento europeo deputati di partiti ultraliberisti convinti che le imprese europee per essere competitive nel mercato globale debbano abbassare i livelli di protezione sociale e sindacale in Europa, che sono collusi con le grandi multinazionali, banche d'affari e centri di potere economico.
Invece bisogna battersi per un "Social Compact" che miri al benessere dei cittadini e dei lavoratori, non alla massimizzazione dei profitti dei grandi gruppi  industriali finanziari ed energetici, che comprenda anche una strategia europea per il Reddito di Cittadinanza, l'esportazione dei diritti dei lavoratori europei anche nei paesi emergenti, invece che la rassegnazione all'abbassamento dei diritti in Europa. Gli unici candidati che hanno delle strategie precise per un Social Compact Europeo sono quelli del M5S.

5) OPEN SOURCE E ACCESSO LIBERO ALLA RETE
Ci hanno già provato una volta a limitare l'accesso alla rete. Si chiamava trattato ACTA e si occupava ufficialmente di lotta alla contraffazione. L'assalto è stato respinto. Ma ci riproveranno. In questa legislatura. Per questo bisogna diffidare di candidati appartenenti ai partiti tradizionali che dalla rete e dai movimenti hanno tutto da perdere perchè sono espressione di una cultura a loro estranea. Non è consigliabile votare candidati che in nome del diritto d'autore o della lotta alla contraffazione sono capaci di svendere il diritto di accesso alla rete dei cittadini. Gli unici candidati che sicuramente terranno fermo il principio che bisogna favorire l'open source in tutte le sue forme e wi fi libero, gratuito e veloce per tutti, l'accesso alla produzione industriale democratizzato e distribuito tramite le stampanti tridimensionali, la massima diffusione dei Fab Lab e dell'innovazione industriale su piccola scala con criteri di erogazione dei fondi che considerino solo la bontà dei progetti e non la solvibilità o la capacità fideiussoria dei proponenti, sono quelli del Movimento 5 Stelle. 

Su questi punti, tutti gli avversari del M5S alle elezioni europee vanno in crisi, perchè sono in distonìa con il sentire e gli umori dei cittadini, specialmente quei 27 milioni che andarono a votare al referendum di giugno 2011 contro il nucleare e la privatizzazione dell'acqua pubblica.  

Suggeriamo a tutti gli elettori di domandare ai candidati come voterebbero se a Strasburgo si cercasse di mettere in discussione le rinnovabili e tornare al nucleare o ai fossili, rivedere i divieti contro gli inceneritori e discariche,  limitare l'accesso alla rete,  svendere i beni comuni, o abbassare le protezioni sociali. E vedrete che su almeno uno di questi argomenti cascano tutti  i candidati di PD, FI, NCD, SEL, LEGA e frattaglie varie.
Allora se scegliamo questi i terreni di confronto spostiamo consenso. E se spostiamo consenso vinciamo. Perchè diventa ovvio anche agli indecisi o ai male orientati che degli altri non c'è da fidarsi. 

Diventa ovvio che resta solo il Movimento 5 Stelle!

Il post finisce qui ma per coloro che volessero approfondire le tematiche ambientali e energetiche,è consigliabile leggere l'appendice.




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APPENDICE:

1) ENERGIA CLIMA E NUCLEARE 
Come tutti sappiamo, l'Unione Europea si è dotata di di strategie climatiche e energetiche molto avanzate: il 20 20 20,  (scusate se do i numeri: significa che al 2020 dovremmo avere 20% in meno di emissioni di gas a effetto serra, 20% in più di efficienza energetica e 20% di consumi energetici da fonti rinnovabili: una vera rivoluzione sociale, meno profitti per i monopoli energetici, ambiente più pulito e la piena occupazione su scala europea!)
Questa strategia è stata lanciata con il pacchetto Clima/Energia che ha promosso politiche di sostegno alle rinnovabili in tutta Europa, e ha permesso l'emergere di una nuova economia delle rinnovabili ad alta intensità occupazionale  in tutta l'Europa creando lavoro e occasioni commerciali per piccole e medie imprese.
L'Italia è rimasta al palo perchè la  politica si è fatta dettare le regole dai grandi monopoli energetici, i quali condizionano anche economicamente la partitocrazia in tutte le sue forme, di destra, di sinistra e di sinistra "ecologista", vogliono solo grandi impianti di rinnovabili industriali e non vedono di buon occhio che i cittadini smettano di essere solo consumatori della loro energia prodotta da fonti fossili, ma diventino produttori su piccola scala e in rete, di energia solare. 
Per questo in Italia noi soffochiamo  la green economy  con la burocrazia  e capovolgiamo perfino il senso delle parole (nell'agenda Monti sotto lavoce "economia verde" erano addirittura rubricati idrocarburi, trivellazioni petrolifere e hub del gas, e il Ministro Guidi, ha appena dichiarato guerra alle rinnovabili e agli ambientalisti che vogliono impedire lo sfruttamento dei giacimenti petroliferi nazionali).

Bene, siccome in questa legislatura si decideranno gli obiettivi europei intermedi al 2030, e di lungo termine al 2050, a Bruxelles le lobby sono in agguato in attesa di fiondarsi sui nuovi europarlamentari.
L'obiettivo è quello di annacquare e disinnescare questi obiettivi. Per esempio evitando che il 20 20 20 al 2020 diventi 50 50 50 al 2030 (scusate se continuo a dare i numeri). E i primi risultati già si vedono. Proprio questa settimana, la Commissione Europea, su chiarissimo input dei monopoli energetici ha esentato l'industria dal contribuire alle rinnovabili penalizzando le industrie più pulite e premiando le più sporche e energivore e legalizzando il sostegno ai fossili del capacity payment. Su questo argomento ho scritto un post rilanciato da Sergio di Cori Modigliani ch vi consiglio di leggere se ancora non lo avete fatto
http://sergiodicorimodiglianji.blogspot.it/2014/04/ultimora-golpe-bruxelles-dei-colossi.html

Bisognerà difendere gli obiettivi già fissati e soprattutto quello di una Europa Post Carbon al 2050, facendo entrare l'Europa nell'era senza fossili, senza nucleare, (come dice la Dichiarazione Scritta 216/2007 del Parlamento Europeo che facemmo approvare  battendo tutte le potentissime lobbies dei fossili e del nucleare).
Ecco perchè non si può votare PD, FI, NCD, (partiti  dei comitati d'affari, del nucleare, degli inceneritori, del carbone), perchè la partitocrazia tradizionale sarà facile preda delle lobby! Fanno parte della stessa cultura politica, degli stessi gruppi di potere. 
Ci vogliono europarlamentari fuori da quei giochi. E qui non c'è partita, gli unici candidati a queste elezioni europee capaci di portare credibilmente avanti questo programma senza cedimenti e ambiguità sono quelli del M5S.

La patitocrazia tradizionale adesso  infesta tutti gli spazi televisivi, sparando a zero contro l'Euro, (dopo averlo votato e gestito al governo) MA SUL NUCLEARE NON LI HO ANCORA SENTITI FARE AMMENDA!!!.
E sul nucleare, non possiamo avere amnesie.
27 milioni di voti sono troppi da dimenticare.
27 milioni di italiani che andarono a votare  contro  il piano nucleare del governo Berlusconi.
Io me lo ricordo bene Berlusconi che faceva le conferenze stampa con Sarkozy magnificando le tecnologie francesi per il reattore EPR di cui volevano costruirne 4, spendendo decine di miliardi che non abbiamo, e di cui non abbiamo bisogno visto che siamo in sovraccapacità produttiva di quasi 2 terzi.
Io me la ricordo bene la Prestigiacomo che, a disastro nucleare di Fukushima ancora caldo, dichiarava ai quattro venti "il nostro programma nucleare italiano CHIARAMENTE va avanti!".

Io me lo ricordo bene il ministro Paolo -Colpo Grosso- Romani dichiarare che al 2020 il 25% dell'energia italiana sarebbe stata nucleare!

Queste sono le prime "europee" dopo il referendum che ha detto NO al nucleare per la seconda volta in Italia.
Qui ci sono candidati che volevano il nucleare! Non trenta  anni fa ma meno di tre! 
Non dimentichiamocelo. 
Ricordiamolo! 
Ricordiamolo a tutti gli elettori!
Diciamolo su tutte le piazze!
In tutte le strade, in tutte le conversazioni di persona e in tutte le chat on line.
Ripetiamoglelo in tutte le salse, fino alla nausea!
"Meno di 3 anni fa voi avete cercato di farci tornare al nucleare! Adesso volete andare a Bruxelles dove si prenderanno decisioni sull'energia! Come voterete in caso si proponga un ritorno al nucleare? 

2) RIFIUTI E AMBIENTE
Scegliamo i rifiuti come terreno di scontro! Facciamo in modo che i candidati alle europee si pronuncino su questo tema adesso. Che vengano adesso a dire che vogliono chiudere il ciclo dei rifiuti con inceneritori e discariche.
Ricordiamo a tutti gli elettori, che se dovessero votare questi partiti solo perchè improvvisamente si sono convertiti alla dottrina  "anti-Euro", potrebbero trovarsi ad essere rappresentati da persone che quando saranno chiamate a decidere su questioni importantissime, come per esempio sulla revisione della "Direttiva Rifiuti" (Direttiva CE 2008/98), voteranno per "ammorbidire" le regole anti inceneritori (perchè loro dell'industria degli inceneritori sono amici, quando non proprio azionisti).
Sia destra che sinistra  vogliono inceneritori e discariche e non vogliono far pagare gli inquinatori come invece previsto dalla direttiva europea "chi inquina paga"  (Direttiva CE 2004/35)come dimostrato dal caso ILVA e dalla recente approvazione di norme favorevoli ai grandi inquinatori pagati per fare "innovazione  "o" le bonifiche nel decreto "Destinaziione Italia,  libertà di inquinamento, noi vogliamo Rifiuti Zero e la strategia delle tre "R", e l'applicazione della regola europea "chi inquina paga" 
La Direttiva Rifiuti stabisce una gerarchia precisa che prevere innanzitutto la riduzione e poi il riuso di prodotti a fine ciclo. Voi, in Italia avete visto una politica in questo senso? Avete visto le banche del riuso? Gli atelier della riparazione? L'obbligazione di vuori a rendere e la proibizione di vuoti a perdere? L'introduzione pianificata di commerci alla spina o allo sfuso? 
Questa è una nuova economia ad alta intensità di lavoro e non di capitali, che non presuppone la costruzione di nuovi impianti (costosissini) di trattamento e incenerimento. E quindi non interessa i comitati d'affari della partitocrazia tradizionalehce dei grandi impianti hanno bisogno per potersi spartire i grandi appalti. 
Mandare questa gente al parlamento significa mettere a repentaglio le uniche cose buone fatte dall'Europa negli ultimi 10 anni.
Significa mandare a Bruxelles i peggiori inceneritoristi, prontissimi a favorire una retromarcia sul NO a inceneritori e discariche, perchè hanno rapporti con coloro che da  inceneritori e discariche fanno profitti multimilionari, gente che parla di "mercato dei rifiuti" come se i rifiuti fossero un bene di consumo, e non un errore di progettazione e di distribuzione dell'iperconsumismo folle da cui guadagnano solo in pochi (tutti amici fra loro e amichevolmente relazionati alla partitocrazia che adesso vorrebbe andare al Parlamento Europeo).
Ricordiamolo a tutti gli elettori

3) BENI COMUNI
Sui beni comuni non c'è una strategia europea precisa come per rifiuti e energia e ambiente. In questo campo si gioca in difesa, perchè siamo continuamente soggetti ad attacchi di grandi multinazionali che vogliono la privatizzazione di acqua, servizi pubbliciu essenziali, trasporti. La partitocrazia tradizionale (da ultimo il Ministro Padoan) conferma che bisogna "svendere", privatizzare, dismettere, per pagare il debito. 
Bisognerà fare fronte comune con altri gruppi in sintonia con noi su questo per lanciare l'idea di una "Direttiva Beni Comuni" che protegga le risorse naturali su scala europea (altro che unione Bancaria, qui ci vuole una Unione dei Beni Comuni) Per far questo, bisogna  mandare a posti decisionali, persone che credono nell'agricoltura di filiera corta e nella sovranità alimentare dei cittadini, perchè hanno relazioni, spesso anche di affari, con le multinazionali delle biotecnologie e dell'agroindustria mondiale, i monopolisti delle sementi che vorrebbero spazzare via i piccoli contadini di Terra Madre che portano avanti l'agricoltura in un rapporto sinergico con il territorio da migliaia di anni. Bisogna puntare il dito contro la partitocrazia tradizionale pronta ad aprire, in nome del "libero mercato"  ai grandi gruppi agroindustriali e del transgenico,  a fare privatizzazioni per far cassa e pagare il debito pubblico, voluto da loro, con i "gioielli di famiglia". Bisogna mandare riempire il Parlamento Europeo di persone che vogliono la ripubblicizzazione dei beni comuni e delle risorse naturali, la valorizzazione dell'enogastronomia locale e dell'agricoltura tradizionale basata su semi autoctoni e non quelli transgenici. Queste persone sono tutte e soltanto candidate con il M5S.   

4) POLITICHE SOCIALI
Per maggiori informazioni sul TTIP:
http://temi.repubblica.it/micromega-online/trattato-transatlantico-un-uragano-che-minaccia-gli-europei/

Considerazioni conclusive.I partiti tradizionali hanno interessi convergenti (e in molti casi coincidenti)  con chi  gestisce i grandi gruppi finanziari, le privatizzazioni dei beni comuni, chi specula sulle derrate alimentari affamando i popoli del terzo mondo, le multinazionali delle tecnologie transgeniche che depredano i popoli della loro sovranità alimentare, le multinazionali del petrolio e degli altri combustibili fossili  e fissili che devastano l'ambiente a Fukushima le  come a Taranto, a Gela come in Ecuador, che sono responsabili di milioni di morti ogni anno.

Questi interessi vanno identificati e smascherati senza pietà. 
Per esempio i nuclearisti devono smetterla di presentarsi come i i "difensori del clima". Per far questo ci voglio eurodeputati a 5 Stelle come a Roma perchè i lobbisti a Bruxelles si possono battere. Come furono battuti  il 7 marzo del 2007 quando sotto presidenza tedesca venne approvato il 20 20 20, la strategia energetica europea che andava (e va)  verso una Europa "post carbon e post nuclear".
O come sono stati battuti nella battaglia per la direttiva rifiuti, che stabilisce una chiusura virtuosa dei cicli di consumo (le tre R. riduzione, riuso, riciclo).
O sul regolamento REACH che limita le emissioni di sostanze chimiche nell'ambiente contro il quale paventavano, mistificando, milioni di licenziamenti, che puntualmente non si sono verificati.

Il Parlamento Europeo non ha poteri di iniziativa legislativa (e questa è una anomalia da correggere al più presto, per quanto noi italiani, famosi per aver esautorato il parlamento nazionale con l'abuso della decretazione d'urgenza ex articolo 77 della Costituzione siamo forse i meno titolati a parlarne, ma non divaghiamo), ma interviene comunque in processi decisionali su materie importantissime per la vita dei cittadini europei. Nei prossimi 5 anni dovrà confermare le politiche virtuose sul piano ambientale e energetico o potrà ritornare sui suoi passi,  rallentare o proprio fermare le politiche di sostenibilità, o quelle contro gli OGM.
Inoltre si dovranno portare al centro dell'iniziativa europea temi "spinelliani" come le politiche sociali europee, il reddito di cittadinanza o la limitazione dello strapotere delle banche o l'esportazione dei diritti su scala mondiale.
Le decisioni che verranno prese a Bruxelles durante questo quinquennio potranno accelerare (finanziandioli) progetti per il rilancio dal basso dell'economia, basata su piccole aziende agricole turistiche, integrate fra di loro in una rete di valorizzazione locale attraverso sapienti operazioni di marketing territoriale e di valorizzazione dei beni comuni e delle risorse naturali. 
Oppure ritardarli, ostacolarli azzerarli. 

Cosa ci resta se crediamo in una società a rifiuti zero, senza discariche, inceneritori, siti inquinati da bonificare, dove i cittadini riusano e riciclano tutto quello che non consumano e consumano lo stretto indispensabile per soddisfare bisogni sobri e non indotti da pubblicità obnubilanti e parossistiche?


Il Presidente Correa con le mani sporche del petrolio sversato
dalla Texaco.Chevron nell'amazzonia ecuadoregna
Cosa ci resta se crediamo in una Europa dei cittadini e non dei grandi gruppi energetici, finanziari, chimici e agroindustriali? 

Cosa ci resta se crediamo in una società di "makers" che producono oggetti ad altissima efficienza energetica e industriale con stampanti tridimensionali in reti locali in cui lavorano molte più persone che in obsolete acciaierie e industrie di padroni del vapore legati alla finanza internazionale e devastanti per il territorio?
Cosa ci resta se crediamo in una politica che si sporca le mani dimostrativamente,  per proteggere i propri concittadini come il Presidente dell'Ecuador Rafael Correa nel distretto amazzonico di Succumbìos -Orellana, e che non sghignazza per telefono con i padroni delle acciaierie  sulla pelle delle vittime dell'inquinamento?

Ci resta solo il Movimento 5 Stelle.

3 commenti:

  1. wow... gran lavoro!! forse un po' tecnico per la base degli attivisti alla periferia sociale, ma molto esaustivo e informativo. Complimenti all'estensore... ;)

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  2. Eccellente lavoro Angelo! Sarà il nostro "vademecum" ai banchetti...

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  3. Le Tue tre R, tentiamo di farle diventare 5 ?
    Ciao franco
    Grilli Milano http://www.meetup.com/Grilli-Milano/members/90053522/
    http://www.google.it/imgres?imgurl=https://fbcdn-sphotos-a-a.akamaihd.net/hphotos-ak-prn1/t1.0-9/10256220_10152416714219758_364556149377218202_n.jpg&imgrefurl=https://it-it.facebook.com/pages/Beb%C3%A8-a-costo-zero-di-Giorgia-Cozza/302962442377&h=490&w=380&tbnid=fpb40ZxZslOpTM&zoom=1&tbnh=255&tbnw=198&usg=__kvpsIDMnw-hndGLYLvgxznU6z2M=

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