giovedì 12 dicembre 2013

La mentalità fossile: una riflessione dalla Spagna!

Antonio Vela Vico, inventore e industriale spagnolo del solare
Un amico spagnolo, Antonio Vela Vico, infaticabile costruttore di soluzioni energetiche rinnovabili per i cittadini e l'impresa, scrive spesso della difficoltà principale che il vecchio sistema fossile crea per lui e quelli come lui che credono nella possibilità del cambio di modello energetico economico: la burocrazia impossibile. Ecco una sua riflessione che è stata scritta per la situazione spagnola ma che è perfetta anche per l'Italia, perchè in entrambi i Paesi, a differenza che in Germania, sono al potere politici intrisi di mentalità fossile che continuano a inventarsi  impedimenti burocratici e ostacoli amministrativi assurdi che vengono usati come una clava contro chi cerca di fare energia con il sole anzichè con il petrolio, e dunque liberare noi tutti dalla schiavitù energetica.

LA MENTALITA' FOSSILE

Un grave inconveniente dell'economia, è la mentalità fossile, che è viva e vegeta nelle menti degli ultimi della classe (i politici e le caste perpetue) e che nella sua totale ignoranza in materia di numeri, conosce  solo i margini di profitto immediati bestiali del denaro che proviene da gas, carbone, petrolio e dal potere fine a se stesso.
Uno stato predatore che si nutre di imposte sull'energia della filiera fossile originata dai  pozzi di petrolio, dalle miniere e che finisce alle automobili e  tutto quello che genera il maggior beneficio per lo Stato predatore.
Siamo tutti schiavi energetici e quando usciamo da casa è solo per ottenere l'energia necessaria alle nostre vite. Dove si può parassitare meglio che nel settore dell'energia?
illuminazione solare e eolica
Noi tecnici, siamo i liberatori della società energetica, facciamo macchine e prodotti sempre più efficienti, economici e con minori consumi. Ma qui è l'inghippo: i nostri legislatori hanno basato la loro economia sullo spreco di energia, e quindi l'efficienza energetica li mette in crisi. Meno consumiamo e più lo Stato predatore si impoverisce. Quando i contributo allo Stato vorace si riducono, l'apparato statale soffre, e siccome la piramide ha per base l'incompetenza, piuttosto che ridurre gli incompetenti, lo Stato li aumenta, non sia mai che un amministratore delegato dovesse rimanere senza lavoro e perdere il suo posto senza senso, utile solo a sostenere una piramide inutile composta da strati inferiori  che non hanno altra funzione che sostenere gli strati superiori e tutti i perfettamente inutili livelli dell'apparato statale, per mantenere il quale è necessario aumentare le tasse invece di tagliare l'inutilità di quell'apparato oppressivo.

"Destri" contro "Sinistri" (contrapposizione artificiosa), in realtà è gente che sa fare,  contro gente che non sa fare ma che in compenso sa distruggere benissimo.
Ecco qual'è il loro pensiero:  "se non vogliono consumare, i nostri cari " pagani" (= quelli che devono pagare) , allora che paghino lo stesso per non consumare, aumentiamo le  loro bollette energetiche cambiamo le condizioni dei
Antonio e la sua irrigazione fotovoltaica
contratti e, se possibile, manomettiamo i loro contatori,  e se proprio insistono a volersi produrre la propria energia, comminiamo loro multe 30 milioni di euro per aver voluto uscire dal sistema di schiavitù energetica controllata, e essersi rifiutati di continuare a sottoporsi  alla predazione vorace di pochi, e poi assumeremo altri schiavi "sinistri" da spremere come limoni
".


lampade solari in India

"Inventeremo nuove tasse, e aumenteremo quelle esistenti,  bloccheremo la vostra libertà energetica. 

Nessun libero mercato,  le auto elettriche saranno silurate come abbiamo già fatto con il risparmio energetico e le energie rinnovabili, non sia mai che lorsignori scappino senza pagare pegno ai padroni dell'energia.

Vi tasseremo il  sole, l'aria, l'acqua, la biomassa, il cibo e qualunque genere di prima necessità, la gente pagherà per circolare, per intossicarsi e poi per disintossicarsi, per farsi leggere i contatori per tenersi i soldi o per spenderli, per avere un veicolo, insomma vi tasseremo in tutto e per tutto. Non sia mai doveste davvero cominciare a credere di essere liberi in un paese libero."

domenica 1 dicembre 2013

Bagnai, il Titanic e Schettino

Durante la puntata di Servizio Pubblico "Good bye Italia" del 15 novembre scorso, si è discusso di strategie economiche, Euro, Europa e fra gli ospiti c'era il prof Alberto Bagnai, noto accademico ultraliberista anti euro e partigiano senza "se" e senza "ma" del ritorno alla lira, che ha ripetuto per tutta la puntata, con un ardore degno forse di miglior causa, la sua convinzione che l'Euro è l'origine di tutti i mali e che bisogna assolutamente tornare alla lira per recuperare margini di manovra monetari e competitività al sistema paese.
La speculazione finanziaria? Colpa dell'Euro!
Le delocalizzazioni e la distruzione del valore lavoro? Colpa dell'Euro!
La corruzione endemica nel nostro Paese? Colpa dell'Euro!
L'eliminazione ignomignosa dell'Italia ai mondiali in Sud Africa? Colpa dell'Euro!

Dopo aver menato fendenti a destra e a manca, (salvo che al vice ministro dell'Economia Stefano Fassina con cui ha invece curiosamente ingaggiato un delizioso minuetto che ha raggiunto vette di sublime adulazione), l'economista toscano,  dall'alto delle sue certezze incrollabili,  ha calato l'asso di bastoni proprio in chiusura, per convincere tutti che bisogna abbandonare la nave che affonda:

"Noi molto visibilmente stiamo andando verso un iceberg, e questo iceberg è l'implosione del sistema finanziario europeo nel mare della globalizzazione. Io chiedo, ma se lei fosse stato nella notte in cui si andava verso l'iceberg, avrebbe preferito essere a bordo del Titanic, in compagnia di tutti gli altri, sicuro di andare all'impatto perchè il transatlantico è troppo lento e grande per cambiare rotta, o su un agile kayak che può  cambiare rotta in due sterzate evitando il disastro? Io a bordo del kayak!"

Caro professor Bagnai, senza volerla distrarre assolutamente mentre lei ci da dentro di pagaia, mi permetta di portare fino in fondo sua metafora marinara.
Ammettiamo di scegliere il kayak. Allora, che facciamo? Evitiamo l'iceberg con "due sterzate" e poi andiamo sotto alla prima ondata di quel famoso mare della globalizzazione? Perchè il kayak-lira, può anche evitare l'iceberg ma nel famoso mare della globalizzazione ci sono mille altre insidie molto più frequenti e pericolose dell'iceberg, che è pacifico, immobile e volendo, con una guida accorta si può evitare (anche con un transatlantico). 

Insidie come tempeste, tornadi, uragani, invece non si possono evitare. Non sappiamo quando nè dove, ma sappiamo per certo che ci saranno. Per questo è consigliabile abbandonare i kayak e costruire navi più resistenti. Magari mettendole nelle mani di navigatori che sanno dirigerle in porti sicuri anzichè degli Schettino della grande finanza speculativa, che gli iceberg non solo non sanno evitarli, ma se li vanno proprio a cercare!

 Se la metafora non le è chiara posso anche farle un disegnino!

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