lunedì 28 ottobre 2013

La politica “fossile” e la politica “solare”. Piccole lezioni di Terza Rivoluzione Industriale da Lilla, Nord-Pas de Calais, Francia


Lilla, 25 ottobre 2013. Rifkin presenta il Master Plan
L’esperienza del Master Plan di Lilla è stata esaltante e irritante al tempo stesso. 
Esaltante perchè non ci era mai successo in tutti i Master Plan precedenti, di trovare tanta rispondenza nella società civile ma anche nelle autorità locali al vertice (con una piccola sponda anche dal governo nazionale, per la verità). Centinaia di persone coinvolte nell’organizzazione, nello studio, nella raccolta dati, nell’elaborazione creativa e nel coordinamento.
Un Dipartimento regionale denominato “Departement pour la Troiséme Révolution Industrielle” diretto dal mio caro (e visionario) amico Claude Lenglet, (inventore,in una vita precedente,  dell’edificio a energia positiva per la Società
Bouygues, la prima impresa di costruzioni di Francia, - mica pizza e fichi),  con 125 persone suddivise in 5 divisioni denominate con i pilastri della Terza Rivoluzione Industriale (Energies renouvellables, Hydrogéne, Smart grids, Batiments producteurs d'énergie, transports durables).
Edificio a energia positiva a Medon (Parigi Sud) della Bouygues
Per la prima volta vediamo una intera classe politica mettere sotto accusa i vertici dei propri gruppi industriali ed energetici, chiamare le cose con il loro nome (“rivoluzione” è una parola impegnativa!)  come mai prima in nessuno dei Master Plan precedenti, e sappiamo che in Francia stiamo parlando di monopoli particolarmente duri a morire, come quello del nucleare. Accetteranno di scomparire in silenzio, come congiurati sgozzati nell’ombra da un sicario nella corte di Luigi XVI? O metteranno in campo tutti i mezzi leciti e (soprattutto) illeciti per distruggere qualunque prospettiva di cambiamento e sabotare l’eccellente sinergia di visioni della politica Lillois convergente su Rifkin? Intanto a Lilla, la società civile e economica organizzata è unita nel domandare un cambio di mentalità. Dal pensiero (e la politica) fossile, al pensiero (e la politica) solare!
Con la Regione Nord Pas de Calais, da Lilla, Dunquerque, Boulogne sur mer, Calais, Lens, Valencienne, Cambrai, St-Omer, Arras, Avesnes, sono stati sei mesi di duro lavoro per elaborare un piano a lungo termine di più di 500 pagine dove trovano spazio articolatamente tutte le esigenze di tutto il territorio della regione e tutti i pilastri della Terza Rivoluzione Industriale di Rifkin e anche gli strumenti formativi e di riconversione necessari alla transizione industriale dal ciclo del carbonio al ciclo del sole secondo le buone vecchie immutabili leggi della termodinamica.
Particolarmente significative le parole dello stesso Presidente della Regione del Nord Pas de Calais nello spiegare come si arriva a questo risultato: “ Jeremy Rifkin viene, ci consegna con talento la sua profezia. Gli crediamo. Da quel momento (e non mi aspettavo una reazione talmente positiva), gli attori della società civile ed economica si mobilitano attorno a un progetto formidabile, quello dei cinque pilastri della Terza Rivoluzione Industriale: transizione verso le energie rinnovabili, edifici a energia positiva, idrogeno, reti intelligenti, trasporti a zero emissioni. Sta a noi adesso far avverare la profezia, far vivere e crescere questa polifonia...” E infatti è proprio così. Il motore della Terza Rivoluzione Industriale nella Regione del Nord non siamo noi dell’ufficio di Jeremy Rifkin, ma sono loro. Ci tempestano di telefonate, ci vengono a trovare ripetutamente, mettono a punto documenti eccellenti su cui domandano un parere spesso non necessario, organizzano quattro giorni di workshop a Lilla in Maggio che sono impeccabili da tutti i punti di vista, da quello dell’organizzazione a quello dei contenuti e della “governance”.  Praticamente fanno tutto loro.  Addirittura adattano la Terza Rivoluzione Industriale al loro territorio aggiungendo ai 5 pilastri canonici di Rifkin tre pilastri  che giudicano particolarmente importanti per il NPdC:  1) efficientamento  energetico degli edifici esistenti, 2)  la strategia rifiuti zero (loro la chiamano “Économie  circulaire”) e 3) una strategia di transizione dal possesso all’uso dei mezzi e delle cose, ispirata a un’altra grande intuizione di Rifkin, quella dell’ Era dell’Accesso   ( loro la chiamanoÉconomie  de la fonctionnalité”. Per maggiori informazioni sugli otto pilastri vedere: http://www.latroisiemerevolutionindustrielleennordpasdecalais.fr/les-8-groupes-de-travail/)
Il mio intervento al worshop per il Master Plan a Lilla
Inoltre sono previsti sottogruppi di lavoro trasversali su occupazione, riconversione industriale e riqualificazione professionale (del cui coordinamento, a partire dal workshop di maggio scorso, mi sto occupando io).
...Il Nord Pas de Calais diventerà una delle regioni più efficienti del mondo, produttive e sostenibili per quanto riguarda l'uso delle risorse naturali... e probabilmente una delle prime esportatrici di "soluzioni di Terza Rivoluzione Industriale". Il tutto investendo 200 miliardi in 10 anni, creando 165.000 posti di lavoro netti, e aumentando di 10 miliardi netti il PIL annuale. Ecco di che cosa stiamo parlando (ma non sono solo parole), quando parliamo di Terza Rivoluzione Industriale!
La regione del Nord Pas de Calais ha creato una dinamica positiva, un vero e proprio “movimento” con la sua campagna di comunicazione e immagine, il suo logo, il coinvolgimento della società civile ed economica.  Nelle scuole si distribuiscono distintivi e penne di “attore della Terza Rivoluzione Industriale” indossati fieramente dagli studenti.
E adesso veniamo all’irritazione che è invece dovuta al fatto che per quanti sforzi abbiamo fatto, non abbiamo visto, nè vediamo nulla di questo tipo concretizzarsi in Italia.
Eppure di risorse naturali, energetiche e umane ne abbiamo a iosa rispetto alla Francia. Durante la cerimonia di presentazione del master Plan a Lilla, mentre Jeremy parlava davanti a 5000 persone, sentivo che la mia irritazione progressivamente cedeva il passo a una sana e inarrestabile incazzatura. Non con i francesi, ma con gli italiani. Non tutti gli italiani, ma alcuni. Vedremo chi e perchè!
Molti mi chiedono, e in Italia? Come mai le cose sono così avanzate in Francia, in Olanda, in Germania e non in Italia dove Jeremy passa molto tempo e dove le cronache lo hanno dato in contatto con molti leader nazionali e regionali?
Il rapporto fra Jeremy Rifkin e la dirigenza politica del Nord Pas de Calais è nato meno di due anni fa. Oggi siamo già alla fase iniziale di realizzazione di un ambiziosissimo  Master Plan di Terza Rivoluzione Industriale.  In effetti in Italia Rifkin è stato interlocutore attivo della politica da molto più tempo ma non si è fatto nulla. Oppure quello che si è fatto è rimasto sulla carta perchè non c’è mai stata una vera volontà politica di dargli le gambe.
Ma procediamo con ordine.
Già nel 2005/2006 è stato fatto un sacco di lavoro con Vendola in Puglia, poi nel 2009 con Lombardo in Sicilia e nel 2010 con Alemanno a Roma.  Per non parlare di contatti a livello governativo che però sono sempre caduti nel vuoto se si eccettua la piccola parentesi di all’incirca due anni in cui ci fu il governo Prodi e
A colloquio con Prodi
Alfonso Pecoraro Scanio come Ministro dell’Ambiente. In quell’epoca lo  aiutammo a far partire  le strategie di sostegno alle imprese della green economy con il primo conto energia, per il quale c’erano inspiegabili
Alfonso Pecoraro Scanio, autore
del 2 conto energia
resistenze trasversali in tutta la politica sia a destra che a sinistra. Il Ministero dello Sviluppo Economico (all’epoca diretto da Bersani) partecipava alle trattative con il freno a mano tirato.  La teoria di fondo degli “anti-rinnovabili” del ministero guidato da Bersani era che il limite proposto dal Ministro dell’ambiente di 6000 megawatt di potenza da incentivare entro il 2020, come richiesto dall’Europa, era irrealistico (ah!, il realismo, quante volte è stato utilizzato come clava per impedire il cambiamento!).  “Ma se in Italia ci sono voluti 30 anni per arrivare a 50 MW di fotovoltaico installati, come pensate di arrivare a 6000 in soli 13 anni?” ci dicevano con un sorriso beffardo e paternalistico. Alla fine riuscimmo a strappare 3000 MW. Come è andata a finire lo sappiamo tutti. La soglia venne raggiunta non in 13 anni ma in meno di 3. Poi vennero il terzo, il quarto e il quinto conto energia, tutti congegnati in modo da distruggere il settore delle rinnovabili gettandolo nell’incertezza delle regole e dell’accesso al credito...
 Da quando cadde il governo Prodi, Rifkin ha manifestato a più riprese la sua disponibilità a incontrarsi con i nuovi dirigenti dei governi che si sono succeduti. Dire che sia stato snobbato non è esagerato. Gli basta la soddisfazione di vedere la società civile andare nella direzione da lui indicata: gli impianti rinnovabili,
Energia costo zero grazie alle rinnovabili
nonostante il sabotaggio governativo si avvicinano agli ottocentomila, e oggi siamo a 18.000 MW installati.  I cittadini cominciano a auto organizzarsi, orti urbani, negozi dell’usato, reti di cittadini per acquisti solidali dei prodotti della terra e del mare...
Nelle domeniche del giugno di quest’anno il solo fotovoltaico è stato sufficiente a coprire la domanda energetica di tutta l’Italia, (alla faccia di coloro che dicono che le rinnovabili sono costose e non permettono di fare massa critica in una società moderna) . In realtà le rinnovabili sono molto più economiche che gli impianti basati su fonti fossili, perchè il sole e il vento sono gratis mentre petrolio e gas no, e sono loro la vera ragione degli aumenti in bolletta, che anzi le rinnovabili hanno contribuito ad abbassare, anche se il consumatore non se n’è accorto perchè i monopoli che fanno i prezzi adottano criteri non trasparenti per la formazione del prezzo dell’energia, e l’Autorithy non fa il suo dovere di sorveglianza e controllo.
I benefici delle rinnovabili sul costo dell'energia
Le politiche di Terza Rivoluzione Industriale a livello nazionale fanno paura a un establishment energetico oligopolistico che manipola la politica a suo piacimento. Ecco che, condizionata dal pensiero fossile, la politica diventa fossile anch'essa! Basta ricordare che il 5° conto energia fu scritto da una analista dell’ENEL e mandato al Ministero per lo Sviluppo Economico che si limitò a etichettarlo e farlo circolare. E la cupola mediatica per quanto informata non scrisse un rigo su questo scandalo, che in Germania avrebbe provocato le dimissioni del governo! Quel provvedimento conteneva delle vere e proprie porcate ai danni dei piccoli operatori delle rinnovabili, e infatti li ha fatti fallire a migliaia, perchè introduceva ostacoli burocratici a iosa, come il famigerato registro degli impianti, che invece di essere introdotto prima, per i grandi impianti speculativi da decine di MW fu introdotto per i piccoli impianti da 12 KW, nonostante la direzione generale Energia della Commissione Europea rilevasse tutte queste incongruenze e ne chiedesse l’eliminazione, richiesta andata completamente inascoltata perchè ormai è chiaro che l’Europa per i nostri governanti è unicamente un paravento di comodo da usare solo quando conviene, per esempio  per giustificare le politiche di tagli fiscali o di “riforma” del mercato del lavoro.
In Francia invece, a sostegno dello sforzo della Regione Nord Pas de Calais, e quasi in una benefica corsa competitiva, il governo ha destinato alle tecnologie della Terza Rivoluzione Industriale, una cifra iniziale di 3,5 miliardi di euro, recuperati attraverso l’efficienza energetica. http://cetri-tires.org/press/2013/la-francia-svela-il-piano-da-3-miliardi-e-mezzo-di-euro-per-la-terza-rivoluzione-industriale/?lang=it
Il tutto mentre in Italia dobbiamo assistere a una ipocrita corsa in soccorso del “consumatore tartassato dalle costosissime rinnovabili”, somma manipolazione dei fatti, in quanto attribuire l’aumento del costo della bolletta alle rinnovabili è un falso storico che significa tralasciare il dettaglio che il 90 % di quel costo è dovuto a impianti che usano fonti energetiche fossili e che il prezzo del petrolio si è quintuplicato in meno di dieci anni! Avere l’ossessione di abbassare il costo dell’energia abbattendo il sostegno alle rinnovabili è come cercare di curare il cancro con l’aspirina! In Francia l’hanno capito. Infatti nessuno oserebbe mai attaccare le rinnovabili come fonte di tutti i problemi, mentre tutti ormai ammettono che il vero problema sono le fonti convenzionali, specialmente il nucleare, i cui costi reali sono tali da mandare in fallimento qualunque economia moderna (come lucidamente illustrato da Corinne Lepage, ex Ministro dell’Ecologia del governo Chirac, nel suo libro “La verité sur le nucleaire” http://www.lemonde.fr/livres/article/2011/07/07/la-verite-sur-le-nucleaire-de-corinne-lepage_1545956_3260.html)
E se i responsabili al livello centrale dell’arretramento del nostro Paese sulla via del  nuovo mondo dell’energia sono persone come Zanonato, Mucchini, Monti, Letta, Passera, Clini, Bersani, Berlusconi, Romani, Prestigiacomo, non è che i dirigenti politici a livello locale siano meno colpevoli.
Nella Sicilia di Lombardo, che sembrava avviata verso il luminoso percorso della terza Rivoluzione Industriale,   Rifkin venne a presentare un piano energetico fra i più avanzati del mondo, che faceva riferimento alle strategie europee 20 20 20 , all’obiettivo di decarbonizzare la regione, alla necessità di coinvolgere i cittadini nella produzione e distribuzione dell’energia da fonti rinnovabili, alla creazione di filiere produttive locali per le rinnovabili e tutti i pilastri della terza Rivoluzione Industriale, etc.  

Poi Lombardo non fece niente di tutto questo, per ragioni che mi auguro un giorno vengano chiarite dalla magistratura (già si vedono le prime avvisaglie). Per cui tutto il lavoro che facemmo per lui diventò solo un mega spot elettorale senza alcuna conseguenza pratica per la diminuzione dell’entropia nell’isola o l’aumento della qualità della vita dei siciliani. Rifkin tirò più volte il campanello di allarme, anche con interviste ad hoc (vedi una di queste interviste su Repubblica nel riquadro). Ma Lombardo non volle sentire ragioni. Eppure era  stato  lui stesso che mi aveva contattato, dopo avermi conosciuto a
Bruxelles, domandandomi un aiuto per la  revisione del PEARS (Piano Energetico Ambientale Regionale Siciliano).  Ma evidentemente la destabilizzazione di interessi consolidati deve aver fatto paura al Presidente “autonomista”, e tutte le innovazioni di quel PEARS rimasero sulla carta. Si trattava di innovazioni lungimiranti e che anticipavano i tempi di dieci anni, e che perciò sarebbero ancora oggi valide e applicabili
Adesso Lombardo non c’è più, e siamo passati dal Presidente “autonomista”, al Presidente “rivoluzionario”. Ma evidentemente si tratta di una finta rivoluzione perchè  se avessimo una dirigenza regionale realmente “rivoluzionaria”  prenderebbe la palla al balzo per realizzare la “rivoluzione” di Rifkin. Evidentemente, andare a incidere sugli interessi e i profitti dei grandi gruppi energetici che tengono in mano la sua circoscrizione elettorale,  rappresenta un “eccesso di rivoluzione” che l’ex sindaco di Gela non se la sente di appoggiare.  Allora si accontenta di una “modica quantità” di rivoluzione a parole, con effetti speciali e nomi altisonanti, ma ben si guarda dal toccare interessi consolidati (sempre gli stessi).
Rivoluzionario. Daniel "Che" Percheron, con Rifkin...
Con il risultato che se lui è rivoluzionario, improvvisamente mi viene da pensare che il Presidente del Nord Pas de Calais, Daniel Percheron, è la reincarnazione di Che Guevara.
Ma Percheron è solo un vecchio signore borghese, intelligente e senza conflitti di interessi che pensa al futuro dei suoi 4 milioni di concittadini, mentre Crocetta si conferma “megafono” della vecchia politica che preferisce distribuire incarichi a pioggia fottendosene della legalità e della competenza, e più che una rivoluzione ricorda la peggiore restaurazione di Clemente di Metternich!
La rivoluzione invece in Sicilia l’ha ripresa la società civile e economica organizzata nel FRED, FORUM REGIONALE PER L’ENERGIA DISTRIBUITA, (www.fred-sicilia.it) e assume le forme rassicuranti di un sindacalista come Alfio La Rosa, che forse non farà proclami rivoluzionari, ma si studia le cose con competenza e tenacia e fa proposte che la Regione avrebbe fatto bene (e ancora farebbe bene) ad  accogliere  invece di cestinarle.

Poi c’è la Puglia di Vendola. 

Veleni su Taranto dall'ILVA della famiglia Riva
In Puglia sono 50 anni che una politica scellerata del governo nazionale devasta le coste e i litorali più belli per imporre una industrializzazione innaturale e totalmente estranea alla vocazione turistica e enogastronomica del territorio con grandi costi esterni per la salute pubblica e l'ambiente pagati dalla collettività e non dagli inquinatori, che ai sensi della direttiva 35/2004 sono gli unici che dovrebbero pagare (il famoso principio "chi inquina paga"), e invece non solo la fanno franca e prosperano sulla pelle dei cittadini a cui avvelenano la vita e l'ambiente impunemente, ma vengono insigniti delle più alte benemerenze come creatori di occupazione e lasciati liberi di devastare i beni comuni, terra, acqua, aria, storia, cultura del territorio, mentre l’energia è un pascolo riservato ai grandi gruppi monopolistici, innanzitutto l’ENEL. 
Nonostante queste avverse  condizioni di partenza, molto è stato fatto nella regione, e le rinnovabili, praticamente insistenti in epoca Fitto (che era troppo impegnato a programmare le sue centrali nucleari, poi ricacciategli in gola dal referendum del 2011),hanno raggiunto la ragguardevola potenza di 4000 MWp per complessivi 35.000 impianti disseminati su tutto il territorio regionale. Ma è mancato un approccio complessivo in grado di creare le economie di scala e l'effetto moltiplicatore sul piano occupazionale e industriale. E' mancato un occhio di favore verso i piccoli impianti distribuiti in rete e integrati nell'economia del territorio (irrigazione fotovoltaica in agricoltura, raffrescamento solare nel turismo, mobilità a idrogeno nei trasporti etc.)  Le rinnovabili sono infatti state introdotte in modo massiccio ma sono stati privilegiati i grandi impianti secondo una logica di attrazione degli investimenti, che in realtà era una logica speculativa, perchè un investimento industriale ha sempre una componente di incertezza dovuta a fattori di mercato o di altra natura, mentre gli investimenti in grandi impianti industriali di rinnovabili garantiscono un reddito certo che ha attirato investitori finanziari più che chi fa innovazione energetica.  Carlo Petrini, non mancò di rilevarlo quando intervenne pubblicamente contro i grandi impianti rinnovabili industriali in Puglia (http://www.esaenergie.it/news_scheda.php?ID=26&PressArchive_Year=2010&PressReviewMenu=2#)
Carlo Petrini a Terra Madre 2010 durante il mio intervento
Ad onore del vero va ammesso che il Presidente Vendola si avvide dell'errore e annunciò un cambiamento di rotta verso impianti distribuiti con un programma per i tetti fotovoltaici. Ma questa scelta venne criticata dalla piccola e media impresa pugliese, in quanto affidava (con quella che venne definita una evidente contraddizione logica),  una pianificazione di energia distribuita, a coloro che erano visti nel mercato come i monopolisti e i“centralizzatore” per definizione, e cioè l'ENEL, grazie a un accordo di programma  che veniva accusato di dimenticare le migliaia di partite IVA pugliesi impegnate nel settore e condannate da politiche nazionali assurde al fallimento o a una grama sopravvivenza! (per maggiori informazioni:  
http://bari.repubblica.it/cronaca/2010/12/21/news/accordo_con_enel_concorrenza_sleale_lettera_appello_di_un_azienda_pugliese-10453112/ )
Nicola Conenna e Nichi Vendola
Ad ogni modo, anche se con qualche contraddizione, la Regione Puglia è senza dubbio quella che più di tutte ha interpretato l'insegnamento rifkininano della Terza Rivoluzione Industriale. Come dimostra il caso dell’Università dell’Idrogeno, creata in Puglia nel villaggio turistico di Cala Corvino a Monopoli, con grandi sacrifici personali da un gruppo di rifkiniani entusiasti  (che mi includeva), capitanati da Nicola Conenna, fisico, ex dirigente di Greenpeace Italia all’epoca del referendum contro il nucleare del 1987, e che è nata con l'obiettivo di diffondere il nuovo paradigma energetico rifkiniano a tutti i livelli e formare nuove generazioni di professionisti dell’energia nell’ambito della Terza Rivoluzione Industriale. L'università dell'Idrogeno ha contribuito a diffondere l'dea di un nuovo modello energetico per intere generazioni di scolaresche che ne hanno visitato gli impianti, ma non è riuscita ancora a dispiegare tutto il suo potenziale anche a causa delle avverse condizioni politiche nazionali che proprio quando stava per essere realizzato l'accordo di programma per i distributori di idrogeno che era stato firmato fra il presidente Vendola e l'allora Ministro dell'Ambiente Pecoraro Scanio, vide la prematura interruzione del governo Prodi e il nuovo Ministro Prestigiacomo pensò bene di rimangiarsi tutti gli accordi fra Vendola e il suo predecessore Pecoraro Scanio.
Il fisico Nicola Conenna, Presidente della H2U
Un cofinanziamento arrivò  finalmente nel 2012 per la realizzazione di un progetto di mobilità a idrogeno dalla forte valenza didattica e pedagogica (progetto H2M), che si pone l'obiettivo di girare l'intera regione portando il nuovo paradigma solare e il superamento del pensiero fossile a tutta la cittadinanza appoggiando e allargando quelle sacche di consapevolezza rappresentate da movimenti già presenti sul territorio che come il giovane hacker Neo in Matrix, hanno cominciato a intuire la necessità di liberarsi da una mentalità schiava del pensiero fossile, come le  associazioni di cittadini quali Brindisi Bene Comune,  Peaclink a Taranto, a No TAP nel Salento, ai NAC (No Al Carbone), ai No TRIV,  ai comitati contro gli inceneritori, al Tavolo Verde per l'agricoltura. Anche  in Puglia infatti, ci sono energie fresche e originali, che si sono raccolte intorno al gruppo “Territorio Zero Puglia” e che stanno elaborando, ispirati dal nuovo pensiero solare, una piattaforma integrata per pianificare uno sviluppo sostenibile nei settori dell’agricoltura, dell’energia, dei consumi/rifiuti, e per
valorizzare i veri assi del territorio che non sono nè l’acciaio nè il carbone, ma sono invece l’enogastronomia locale, la cultura, la storia, l’archeologia le bellezze naturali ed il turismo. Il progetto H2M, (Mobilità a Idrogeno), con la sua aula multimediale da cinquanta posti, e il suo idrogeno autoprodotto a bordo con un sistema fotovoltaico itinerante da 20 kw, rappresenta la punta di diamante in Italia del nuovo pensiero solare e permette di collocare la Puglia al primo posto fra le Regioni Italiane che seguono la scia del Nord Pas de Calais per una transizione verso il modello energetico distribuito e interattivo indicato da Jeremy Rifkin, sviluppando la necessaria infrastruttura  tecnologica dell'internet dell'energia e dell'internet delle cose, con i distretti delle stampanti 3D alimentati dai distretti dell'energia rinnovabile e dell'idrogeno. Certo, se anche la Puglia decidesse di dotarsi di un assessorato alla Terza Rivoluzione Industriale, la transizione sarebbe molto più rapida ed efficace.
Rifkin presenta il Master Plan
per Roma con Alemanno
Presentazione del Master Plan a Roma  (25 persone)
Infine c’è Roma,  dove (come in Sicilia) esiste, abbandonato nei cassetti, un Master Plan che prevedeva l’utilizzazione di tutte le risorse naturali di Roma  e che poi aveva applicazione concreta in un  PAES (Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile) elaborato da me e Livio de Santoli con la sua eccellente  squadra di giovani ricercatori dell’Università la Sapienza a Roma. Quel piano d’azione è stato mandato a Bruxelles in conformità alle regole del Patto dei Sindaci, ma nessuna misura concreta è stata presa per realizzarlo. In attesa che il nuovo Sindaco e il nuovo Presidente della Regione Lazio si sveglino dal loro letargo e decidano di riprenderlo, non ci resta che
Ottobre 2013: 5000 persone ascoltano Rifkin
mentre presenta il Master Plan di TRI al Forum di Lilla
constatare che anche a Roma e nel Lazio ci stiamo erodendo tutto il margine di vantaggio che l’aiuto di Rifkin aveva portato.
Voi capite che anche a Roma, in attesa di improbabili risvegli, è tutto un festival delle occasioni sprecate e il tempo passa...

Ma perchè i nostri dirigenti politici nazionali, con poche meritevoli eccezioni, sono così insensibili ai nuovi paradigmi energetici? Proprio non ci arrivano o ci sono interessi ben precisi? La mia opinione è che in ogni caso abbiamo una classe politica prigioniera del pensiero fossile. A tutti i livelli, da quello nazionale a quello locale. Una classe politica fossile che è inevitabilmente condannata al declino in cui sta cercando di coinvolgere il Paese. E l’unica arma è il pensiero solare, come quello che stanno dimostrando gli amici francesi accorsi a migliaia per ascoltare le risposte di Rifkin. 
E una nuova classe politica. 
Solare anch’essa.
Solare come il sorriso di Barbara e Solanne, due delle straordinarie ragazze dell'equipe per la Terza Rivoluzione Industriale nel Nord Pas de Calais