domenica 24 marzo 2013

Pietro Mennea, amico e campione 200 metri sopra il cielo (in 19"72)

"Ragazzi mi raccomando non mettete i manifesti, che se lo sa Carlo, cud m'accit...!" (1)  
Pietro era molto preoccupato nello spogliatoio dello Stadio di Adelfia prima della partita Giurisprudenza vs Agraria del torneo inter facoltà dell'Università di Bari.
L'organizzatore factotum, allenatore, magazziniere della squadra di Giurisprudenza il bidello Gazzillo,  rispose in Adelfiese stretto (dialetto di Adelfia), "Nan't sce 'ncarecann, Piè!" (2)  E mi strizzò l'occhiolino dandomi il paccone delle maglie della Juventus donate a Pietro Mennea dall'Avvocato Agnelli per Dio solo sa quale ragione. Da romanista sfegatato non indossavo volentieri la maglia dei ... "gobbi", ma rispetto al set di maglie tradizionale tutto sgualcito e rappezzato, quelle magliette originali, nuovissime, devo ammettere che avevano il loro fascino. E poi avevano anche i numeri (nel 1980 era raro, mentre ancora non si usavano nomi del giocatore sul retro e il logo dello sponsor sul petto). 

Pietro era già un atleta famosissimo perchè aveva già fatto quel record di 19"72 sui 200 metri che resisterà per ben sedici anni, finché non verrà superato da Michael Johnson, ma non disdegnava di farsi una partitella con gli amici della facoltà di Giurisprudenza dell'Università di Bari, anzi adorava il calcio, specialmente quando c'era da affrontare gli avversari di sempre, la temibilissima Agraria. Lo avevo conosciuto l'anno prima. Lui aveva 5 anni più di me e era già laureato in Scienze politiche che all'Università di Bari era accorpata a Giurisprudenza nella stessa facoltà. Ma voleva prendere anche la Laurea in Giurisprudenza "perchè nella vita non si sa mai, dovesse andarmi male con lo sport, potrei sempre fare l'avvocato" mi aveva spiegato quando mi era stato presentato dal professor Gaetano Veneto, Ordinario di Diritto del Lavoro, allievo di Giugni e della Scuola che aveva studiato e redatto lo Statuto dei Lavoratori. 


Il professor Gaetano Veneto oggi
"Pietro, ce cazz' ve' discinn (3) , ormai hai vinto tutto quello che potevi vincere, sei l'atleta più famoso del mondo..." Gli aveva ribattuto Ninni (lo chiamavamo così tutti noi laureandi). 
"Ma no Ninni, tu non hai idea di quanto ci sia ancora da fare, ho appena cominciato"... Aveva risposto l'uomo più veloce del mondo con una grandissima umiltà e a sentirgli pronunciare queste parole non si sarebbe detto che a parlare era il detentore del titolo Europeo sui 100 mt. mondiale, sui 200,e anche dell'oro olimpico conquistato a Mosca nell'estate precedente. 
La Facoltà di Giurisprudenza e Scienze Politiche di Bari oggi
Io e Pietro dovevamo laurearci in Diritto del Lavoro nella stessa sessione, il giorno del suo onomastico San Pietro e Paolo del 1981. Perciò Ninni aveva pensato di farci incontrare e scambiare qualche idea sui nostri rispettivi lavori. Poi impegni sportivi lo costrinsero a rimandare, mentre io mi laureai puntualmente il giorno di San Pietro e Paolo del 1981. 
Ma torniamo a pochi mesi prima, in quel marzo del 1981. Negli spogliatoi dello stadio comunale di Adelfia, il bidello Gazzillo aveva fatto la formazione. Incredibile a credersi per una Facoltà di 11.000 studenti, ma difficilmente si riusciva a raggiungere 11 giocatori alle partite,  anzi spesso si giocava anche in 10 e in 9. Per cui io ero sempre titolare. Solo che non sempre era disponibile la mia posizione preferita, il 7, esterno destro (all'epoca si diceva "ala destra", e non c'è niente da ridere, allora avevo 35 chili in meno e una discreta agilità con la palla  :-p )
Gazzillo mi si avvicinò e mi diede la maglia nr 6. "Scusa, ma mi metti a mezzala?" gli domandai delusissimo. "E che vuoi giocare tu a 7, e Pietro che faccio lo metto in porta?" Rispose sarcastico Gazzillo. Vista la  mia delusione Pietro intervenne e disse "Va bene Gazzì, fammi giocare a me a mezzala, e Angelo davanti". Allora subito mi resi conto che stavo esagerando e dissi "No no Pietro va bene così scusa, ma che scherzi? Gioca tu all'ala!" Ma Pietro rispose subito, "No Angelo tu giochi all'ala e io parto da più dietro, basta che tu ti allarghi quando mi vedi arrivare. E poi mi passi la palla! E mi strizzò l'occhio! 
Tonio, che era il centravanti, aggiunse ridendo: "Pietro, più che allargarsi Angelo quando ti vede arrivare dovrebbe scansarsi per non essere preso nel risucchio!" Lo spogliatoio esplose in una risata. 
Quella partita finì 4 a 3 per noi. Quelli di Agraria erano fortissimi, ma Mennea ce l'avevamo noi. Fece una tripletta. Ogni volta che toccava palla era uno spettacolo. Non era solo veloce, era un vero giocoliere. Nascondeva la palla all'avversario, dribblava stretto e nessuno osava fargli fallo per non rischiare di compromettere i garretti di un monumento dello sport nazionale. 
Dopo quella partita non si vide più alle partite del torneo interfacoltà:  Carlo (Vittori, il suo allenatore) nonostante le precauzioni, era venuto a sapere che aveva giocato a pallone e pare che fece un tale casino che le urla si sentirono in tutto il campo di allenamento.
Poi dopo la laurea andai a Roma e poi a Bruxelles. E fu proprio là che lo rividi nel 1999. Nel frattempo lui infatti era entrato in politica e era stato eletto Eurodeputato con l'Asinello (i Democratici, formazione antesignana e diversa dell'attuale Partito Democratico nonostante la quasi omonimia). 

Ci rivedemmo e ci frequentammo per un po' al Parlamento Europeo. Un giorno del 2001 gli domandai di venire a fare da testimonial al torneo internazionale dei bambini (in Belgio la categoria dei "Diablotins" -i Diavoletti, corrispondente a quello che in Italia sono i Pulcini), organizzato da Robert Van Bemptem, il Presidente della storica squadra dilettantistica di Bruxelles Saint Michel, dove giocava mio figlio Peppino. Robert era un benemerito quasi novantenne, ma con l'energia di un ragazzino, che dedicava tutto il suo tempo (e la sua pensione...) a organizzare ben 18 squadre giovanili del Saint-Michel che giocavano "ogni maledetta domenica", la metà in casa (nel celebre campo sportivo erba e sabbia del College Saint Michel, a Etterbeek), e la metà fuori casa, e lavorava tutto l'anno per preparare il torneo internazionale fra "Diablotins" del Belgio della Francia della Germania, della Spagna, del Portogallo.  
Il torneo Internazionale dei "Diablotins" a Bruxelles

Tentammo di far partecipare la squadra dei "Pulcini" di San Lorenzo di Roma, ma non fu possibile perchè i genitori erano troppo diffidenti, e a parte l'ottimo Riccardo Fiorani che si era battuto per convincere il management della squadra e tutti gli altri genitori, (e con il quale poi è nata una amicizia stretta che perdura tutt'ora), nessuno volle mandare il figlio a fare questa fantastica esperienza a Bruxelles. Comunque quell'anno il Torneo Internazionale dei Diablotins, anche senza la squadra romana,  si tenne con due testimonial d'eccezione. 
Uno fu Pietro Mennea, che diede il simbolico calcio d'inizio della finale del torneo, l'altro fu Enzo Scifo, calciatore Italo-Belga che all'epoca si era ritirato a gestire un ristorante a Waterloo ("Le  1815") ma era ancora molto popolare. Questa fu una delle ultime soddisfazioni di Robert Van Bemptem, che morì l'anno dopo. 
Ricordo che portai Pietro Mennea a cena al ristorante di Enzo Scifo insieme a Robert Van Bemptem e con il mio carissimo amico Emiliano Alonso, anche lui padre di due bambini che giocavano nel Saint-Michel. Emiliano era stato uno splendido centrocampista nella squadra degli stagiares della Commissione Europea con cui avevo giocato per i primi due anni della mia permanenza a Bruxelles (1985, 1986). Emiliano metteva gli avversari a sedere con due finte consecutive, e da centrocampo apriva squarci nelle difese avversarie con dei lanci da urlo. Purtroppo all'epoca non c'erano videofonini o telecamere e perciò di quelle gesta calcistiche è rimasta solo qualche sbiadita fotografia.  Quella sera del 2001, a cena con Enzo Scifo e Pietro Mennea all'ombra della collina "memorial" di Waterloo con il leone di bronzo fatto con la fusione dei cannoni di Napoleone, fu una delle più belle della mia vita a Bruxelles, e la ricordo ancora con l'orgoglio di averla organizzata e il rimpianto per chi non c'è più. 
Pietro Mennea negli anni 90
Con Pietro Mennea ci rivedemmo ancora, sia a Bruxelles che a Roma dove ci incontrammo un po di volte perchè lui aveva lasciato il movimento politico dell'Asinello e voleva cercare di coinvolgermi nel suo nuovo progetto politico "liberal", il cosiddetto "Partito della Bellezza", al quale io mi sottrassi con grande rapidità quando capii che c'era dietro Vittorio Sgarbi. :-( 
Pietro Mennea fa lo sprint con i bambini in una scuola

Feci fiamme e fuoco per convincere Pietro a rientrare nei ranghi del Centro Sinistra e mi rimane il rimpianto di non essere riuscito a dissuaderlo  dal bruciare l'enorme capitale politico guadagnato come Europarlamentare specialmente nel campo dello sport di base e le attività sportive per i bambini per i quali Pietro aveva una vera adorazione.  Quel progetto politico fu un grande fallimento e non riuscì a eleggere nemmeno un deputato alle elezioni del 2004, e la  credibilità politica di Pietro (già duramente provata dalla discutibile decisione di presentare la sua candidatura con Forza Italia a Sindaco di Barletta nel 2002, naufragata addirittura al primo turno), ebbe il colpo definitivo, seppellendo le sue residue ambizioni politiche. Pietro continuò a seguire lo sport di base e a battersi per esso e a fare i procuratore di calciatori con alterne fortune. 
Ci rivedemmo brevemente nel 2010 a un convegno sullo sport di base del Comune di Roma, giusto il tempo di salutarci per pochi secondi, prima che venisse risucchiato in vortici di attività para sportive.  
Oggi Pietro è 200 metri sopra il cielo dove la sua anima è arrivata in un tempo record, diciamo in 19"72...

(1) Traduz. dal barese: "Ragazzi mi raccomando non fate troppa pubblicità, che se lo viene a sapere Carlo, mi uccide..."

(2) Traduz. dal barese "Non preoccuparti Pietro!"

(3) Traduz. dal barese "Pietro che cazzo vai dicendo?"



sabato 16 marzo 2013

Laura Boldrini: l'empatia al potere!

Il Presidente della Camera dei Deputati, Laura Boldrini
San Siro era assolato e semivuoto. Era il 16 luglio del 1996. Il gruppo degli Odex Protocole, a cui facevo da produttore, manager, papà, confessore e tappabuchi doveva esibirsi alle 18. Erano le 17:45 e c'erano "solo" 5000 persone. Però toccava cominciare e qualcuno doveva rompere il ghiaccio. Il frontman del gruppo, Bai Kamara Jr che incidentalmente era anche mio cognato saltò sul palco insieme a George Whea che doveva esibirsi insieme al Balawala International Ensambe e cominciò a parlare del problema dei rapporti fra Liberia e Sierra Leone avvelenati dai diamanti insanguinati. " Ma voi venite dalla Sierra Leone?" mi chiese con sorpresa una vocina alle mie spalle.
Era Laura Boldrini.
Laura era la rappresentante italiana del World Food Program, organismo ONU con sede a Roma che  aveva  la missione di alleviare la fame nel mondo. Il World Rythm Festival era un un evento inteso a raccogliere fondi per il programma alimentare mondiale  in Africa,  e per questo c'erano solo artisti africani e afro americani. Laura era al Festival per presentare al pubblico insieme a Idris (il presentatore nero che tifava Juventus). Scambiammo qualche battuta e mi resi conto che conosceva benissimo le terribili problematiche della guerra in Africa Occidentale. Charles Taylor, il ferocissimo dittatore  liberiano che l'anno scorso è stato condannato a 50 anni di carcere per crimini contro l'umanità dal tribunale Penale Internazionale dell'Aja, avrebbe preso il potere solo l'anno successivo ma il suo complice in Sierra Leone, il sanguinario leader del RUF (Revolutionary United Front) Foday Sankoh si stava macchiando di crimini orrendi. I guerriglieri del RUF, per mettere le mani sulle miniere di diamanti della Sierra Leone orientale (e dividerseli con Charles Taylor)  bruciavano interi villaggi, vioentavano sistematicamente tutte le donne e rapivano e drogavano i bambini  per trasformarli in bambini soldato e quelli che rifiutavano di diventare delle macchine da guerra dopate, venivano amputati a entrambe le mani (chi ha visto il film Blood Diamond con Leonardo Di Caprio sa di cosa sto parlando). Laura mi parlò con spontaneo entusiasmo del suo lavoro con il programma alimentare ma anche della speranza di riuscire a occuparsi presto proprio della terribile emergenza dei bambini soldato in Sierra Leone, passando all'Alto Commissariato per i Rifugiati dell'ONU. Poi venimmo risucchiati entrambi nelle nostre attività per il Festival. 
Yvan Sagnet con il suo Certificato di Laurea ieri a Torino
Ci perdemmo di vista fino all'anno scorso quando ebbi il piacere di rivederla alla seconda conferenza nazionale della CGIL sull'immigrazione, dove accompagnavo Yvan Sagnet, leader della rivolta contro i caporali a Nardò nel Salento, (a proposito, Yvan si è laureato ieri in ingegneria al Politecnico di Torino! Tanti auguri Yvan!).  Lei intanto era diventata capo dell'Alto Commissariato dell'ONU per i profughi e era stata insultata pesantemente da quel "gentiluomo" di Ignazio Larussa qundo aveva puntato il dito contro le inefficienze dolose del governo italiano a trazione leghista per le morti dei profughi nel Mediterraneo e il vergognoso gioco allo scaricabarile con il governo di quell'altro genio della politica che era Nicolas Sarkozy. Larussa aveva reagito alle accuse di Laura Boldrini  offendendola pesantemente, con parole come "disumana" e "criminale". Chissà dove si andrà a nascondere per tutta la legislatura questo campione di equilibrio e moderazione (all'epoca dei fatti era ministro della difesa, un caso patologico che per fortuna non ha fatto troppi danni materiali a parte comprare Maserati per i Generali e confermare acquisti scellerati come quelli degli F35). Così in occasione di questo secondo incontro, parlammo soprattutto di politica, perchè era evidente che non potevo non portarle solidarietà per il vigliacco attacco di un Ministro della difesa che aveva dimostrato non solo mancanza di stile ma anche mancanza delle conoscenze elementari e competenze di base per fare un qualunque mestiere collegato alla politica. Non so se ricordate l'episodio in cui da Ministro della Difesa a Ballarò aveva rivelato di non conoscere il dittatore bielorusso Lukashenko. Rievocammo quell'episodio e sghignazzammo entrambi di gusto! 
Arrigo Boldrini.
Il leggendario Comandante Bulow
Laura Boldrini  parlò subito prima di Yvan, così riuscii a ascoltarla per intero. Fece un vibrante  discorso nel quale si intrecciavano l'indignazione per le politiche disumane e criminali (quelle si) del governo di centro destra contro i lavoratori e i cittadini immigrati, e la speranza che il Paese riuscisse  a risollevarsi riscoprendo le sue energie migliori quelle che hanno portato al riscatto dal fascismo e alla Resistenza. E l'Antifascismo a Laura Boldrini lo hanno messo nel Biberon, essendo la nipote del leggendario  Comandante Bulow, quell'Arrigo Boldrini che guidò la resistenza contro i criminali nazifascisti nel ravennate e passò alla storia per la frase « Abbiamo combattuto assieme per riconquistare la libertà per tutti: per chi c'era, per chi non c'era e anche per chi era contro... » Laura concluse il suo discorso auspicando che il parlamento cambi al più presto la vergognosa legge Bossi Fini che quando un immigrato perde il lavoro impone anche la perdita di tutti i diritti civili aggiungendo alla tragedia della perdita del sostentamento economico anche la preoccupazione per la clandestinità incombente anche se magari con figli che vanno a scuola in Italia da anni e un complesso intreccio di affetti e di interessi nel nostro Paese. Le stesse parole profonde e appassionate che le ho sentito pronunciare oggi nel suo discorso di insediamento! 
Buon lavoro Presidente Boldrini!
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Questo invece è quello che disse Yvan nella stessa manifestzione: http://cetri-tires.org/press/2012/intervento-di-yvan-sagnet-alla-conferenza-nazionale-cgil-sullemigrazione-al-centro-congressi-frentani-a-roma/?lang=it

domenica 10 marzo 2013

Lettera aperta a Udo Gumpel su Grillo i media e i cialtroni d'Italia


Caro Udo ti ho sempre seguito con grande interesse. Ma devo dire che questa volta non riesco a seguirti. Nel tuo ultimo post dai del cialtrone a Grillo, e accusi i “grillini” di rifiutare ingiustificatamente i contatti con la stampa italiana e di privilegiare i rapporti con la stampa estera solo perché non sono in grado di leggerne gli articoli.
Non capisco il tuo livore anti-Grillo (in realtà non pensavo nemmeno che il livore appartenesse al tuo repertorio di sentimenti, non te ne facevo capace!).  Allora forse è venuto il momento di abbassare i toni e riflettere in modo meno animoso su che cosa rappresenti il M5S e Beppe Grillo per questo sfortunato meraviglioso paese.
Sono anche io consapevole che nel movimento di Beppe Grillo ci sono delle questioni controverse sul piano della trasparenza delle decisioni e della democrazia interna. 
Ma francamente penso che si tratti di un epifenomeno rispetto alle porcate della politica italiana sulle quali non ti farò il torto di dilungarmi perchè le conosci meglio di me e le hai sempre esposte in modo inappuntabile nelle tue trasmissioni su Libera TV. Non capisco perciò come tu possa arrivare a dare del cialtrone a Grillo quando non mi risulta che tu,  abbia mai dato del cialtrone a personaggi pubblici che lo meritavano molto di più. 
Il cialtrone è Grillo o è Berlusconi che ha preso in ostaggio la politica italiana (e anche l'economia, la socialità, l'informazione) da 19 anni solo per proteggere i suoi interessi privati e l'impunità del suo agire criminale?
E’ cialtrone Grillo, o quel Massimo D'Alema che fece la porcata delle porcate ( al cui confronto anche la Bicamerale e il patto della crostata diventano peccato veniale) di negare a Europa 7, legittimo vincitore dell'asta delle concessioni televisive analogiche, le relative frequenze, lasciandole a Berlusconi e prolungando il suo monopolio militare sull'informazione per altri 15 anni?
La questione del 100% è solo una iperbole che non deve oscurare il fatto che Grillo è l'unico che ha sollevato il velo del verminaio consociativistico in cui è stata ridotta la politica italiana da 30 anni. In nessun settore questo è più visibile che in quello del quale io mi occupo: l'energia. Il programma energetico di Monti, di Berlusconi e di Bersani sono totalmente sovrapponibili. Trivellazioni, nucleare, gas a go go e grandi impianti costosi e inutili pagati in "project financing" con aumenti vertiginosi dell'indebitamento pubblico e privato! 
Infine riguardo alla questione della stampa straniera: i grillini non so, ma io la seguo e la leggo essendo a Bruxelles da 27 anni. In generale su Grillo non sono ne positivi nè negativi ma riportano la realtà (e comunque nessun media straniero serio si sarebbe prestato come l'Espresso, al falso scoop del Costarica facendosi un clamoroso autogol) . Gli stranieri sono stati gli unici però a vedere il fenomeno di un “guitto prestato alla politica” che riporta milioni di persone nelle piazze (e non solo quelle virtuali), nel più grande fenomeno di richiamo di cittadini alla partecipazione politica del dopoguerra. Fenomeno vergognosamente ignorato dai media italiani.
Di fronte ad una stampa asservita e opportunista che incassa decine di milioni di finanziamenti pubblici e tiene i propri talenti giovani in condizioni di vergognosa precarietà e sotto-inquadramento, e che di fronte al potere non fa MAI la seconda domanda (come tu ricordavi nel film Viva Zapatero! ), Grillo tiene un atteggiamento di totale chiusura. Possiamo anche discuterlo, ma non è incomprensibile. E non è un cialtrone per questo. Faccio dunque appello all'Udo Gumpel che conosco e che stimo, perchè riconsideri le cose con il giusto senso delle proporzioni.

Offener Brief an Peer Steinbrueck, Kanzlerkanditat der SPD









Sehr geehrter Herr Steinbrueck,




mit großer Überraschung habe ich Ihre Erklärung gelesen nach der Sie über den Sieg von “zwei Clowns” bei den letzten italienischen Wahlen entsetzt sind.

Ich gehe davon aus, dass Sie damit die Bewegung von Beppe Grillo, die in den vergangenen Wahlen abwesend war, meinen ,sowie Berlusconi, der seit 19 Jahren präsent ist dank seiner militaristischen Kontrolle über 100% des italienischen Fernseh-System, in scheinheiliger Weise von der europäischen Anti-Trust ignoriert. Als ob Italien nicht ein wichtiges Glied Europas wäre. Es sind nicht meine Wörter sondern die von Martin Schulz, Ihr Partei-Kollege, aktueller Präsident des Europäischen

Parlaments, der im Jahre 2003 in Strasbourg schwer beleidigt wurde ,nur weil er diese obige Meinung kundtat. Ich erinnere mich nicht daran dass Sie damals darüber entsetzt waren.

Ich frage mich auch wo Sie letztes Jahr waren als Berlusconi die Bundeskanzlerin Merkel beleidigte, indem er sie in einer nicht wiederhohlbaren Weise definierte, die ungefähr so klang : ”Person mit einem großen Hintern und deshalb nicht sexuell begehrlich” oder als er öffentlich Gheddafis Hand geküsst hat, oder als er zu 4 Jahren Haftstrafe verurteilt wurde wegen Steuerbetrug und alser ueber ein „Clown-Parlament“ gesamte juristisches System manipuliert hat um sich vor seinen Strafprozesse zu retten.

Dieselben Clowns die am 5. April 2011, mit 314 Stimmen im Parlament einen Beschluss wählten in dem sie behaupteten Ihrem Leader zu glauben, dass 1er nur mit dem Polizeiamt von Mailand telefoniert haette, mit der Bitte eine minderjährigen Prostituierte aus Marokko, festgenommen wegen Diebstahl, wieder frei zu lassen, da diese angeblich die Nichte von Mubarak sein solle. Lustig, oder !?

Noch lustiger ist, dass Berlusconi, am Abend der ersten Wahl im Jahre 2008 von Präsident Obama, anstatt in die Botschaft der USA zu fahren um seine Pflicht als Erster Minister zu erfüllen, miteiner “Escort”, die alle intime Gespräche aufgenommen und dann veröffentlicht hat, die Nacht verbrachte. Da Sie es nun wissen, können Sie sich auch für dies öffentlich empören ?

Ich würde auch gerne Ihre starke Empörung wahrnehmen , was die Untersuchungs-Richter aus Neapel angeht, die heute in der Lage sind den Preis in 3 Millionen von Euro für politischen Verrat nachzuweisen, der vonBerlusconi in die italienische Politik eingeführt wurde, als er den Senator De Gregorio „kaufte“, (er war nicht der einzige), um die Regierung von Romano Prodi, der kein „Clown“ ist, fallen zu lassen. Ich möchte nicht, dass dies alles eine Frage über gegenseitlichen Respekt zweier Länder wird, dies überlasse ich dem Präsident Napolitano. Es geht bei mir um Logik und Proportionen. Wenn Sie Beppe Grillo als Clown definieren, dann sollten Sie auch den Mut haben zu sagen, dass Berlusconi außer Clown auch ein krimineller, unmoralisch und ein Bestecher ist .

Beppe Grillo zeigt gerade die Illegalität , die Unmoralität und die Korruption aktiv an, vielleicht mit zuviel Clown Tönen, aber sehr wirksam.

Sie nehmen nun , mit straeflicher Verspätung, beide Clowns wahr und machen einen Fehler, beide auf dieselbe Eben zu stellen. Den „Clown“ Grillo würde es nicht geben falls es für zu viele Jahre den „Clown“ Berlusconi nicht gegeben hätte, mit seiner Unmoralität und Illegalität die das politische Leben von jedem deutschen Politiker zerstört hätte, aber von einer italienischen chloroformisierten Wählerschaft , dank des Fernsehen, ignoriert worden ist.

Aber es ist viel schlimmer , dass der Clown Berlusconi auch von einer scheinheiligen und unmutigen europäischen Politik und der italienischen Linkspartei ignoriert worden ist, die nie ein Anti-Trust Gesetz erarbeitet oder den Interessenkonflikt reguliert hat. Massimo D’Alema hat sogar, als er italienischer Erster Minister war, ein illegales Akt zugelassen, bestraft von der europäischen Justiz, in dem er dem Fernsehsender Europa 7 die TV-Frequenzen nicht vergab, obwohl alle Rechte dafür sprachen, und diese an Berlusconis Sender Rete 4, der kein Recht darauf hatte, erteilte. Dies hat Berlusconi erlaubt die Information zu monopolisieren und die italienische Politik somit in eine „Clown Affäre“ zu verwandeln.

Herzliche Gruesse

Angelo Consoli




Si ringraziano Antonio Tragno per la traduzione e il professor Freddy Grunert per la supervisione

martedì 5 marzo 2013

Beppe Grillo a fascist? What is this a joke?

Many international media found a new sport: The compairason between Beppe Grillo and Mussolini. I didn't think it was worth any comment but after I read the Spectator's article Grillo, Italy's new Mussolini, I decided I couldn't be silent anymore.
In his anxiety to find similarities between Grillo and Mussolini, the autor of the article says "Mussolini was the rising star in Italy’s Marxist party until his expulsion in 1914 because he — like the French and German Marxists but unlike the Italian ones — was in favour of Italian intervention in the first world war. He looked destined for the scrapheap. Grillo, a former communist, was banned from national television in the late 1980s as a result of his defamatory performances. Things did not look rosy for him either" making a gross confusion between two completely different historical periods and two radically different personalities. 
To read the full article you can go to this link.
http://www.spectator.co.uk/features/8854261/italys-new-duce/?fb_action_ids=10200759054767223&fb_action_types=og.likes&fb_source=aggregation&fb_aggregation_id=288381481237582

Well, as an  Italian  I totally disagree with this analysis. I have a very strong anti fascist personal history. I say it upfront so that nobody can be mistaken about my political affiliation. 
Beppe Grillo and the 5 star movement  have absolutely none of the carachteristic of a fascist movement and only an ill or a bad faithed analysis can lead the autor  to such conclusion. You are mistaking verbal irruence with physical violence! As a young communists, I have been cought in fascist ambouches in 1977 in the city of Bari. That was scary!  I have never felt treathened by a 5 star movement rally instead. 

The fascist movement was born just after the first World War as a reaction to what was considered a political slack out on a military victory (Mito della Vittoria Mutilata). 

Since day one the fascist movement has been carachterized by :
1) physical violence, 
2) militarism, 
3) imperialism 
4) monopolistic economics. 
Can the autor of this article tell me in which of those features, does the 5 stars movement remind him of the fascism? 
Beppe Grillo is against violence, all their rallies are a celebration of joy, they call for the ending of the Italian military operations abroad and the cancellations of pointless and expensive warfare, they call for citizenship involvement in all political and economic decisions and have opened the eyes of the enquiring authorities on some of the most troubling economic scandals of the country. 
So, Spectator, please give me a damn break and stop comparing the 5 Star non violent movement to the fascism which is the very definition of all violent movements of the world. 
Not only it's unfair, but it also is dangerous. 
By crying wolf for nothing we may finally loose our critical capacity and the ability to detect the real fascist danger when we eventually see it!

venerdì 1 marzo 2013

Lettera aperta a Peer Steinbrück, leader tedesco della SPD


Questa lettera per il leader socialista tedesco che Napolitano ha rifiutato di incontrare perchè si è detto esterrefatto dalla vittoria dei clown in Italia, verrà tradotta in tedesco e inviata attraverso l'ufficio stampa del Cetri, al Presidente del Parlamento Euorpeo, Martin Schulz e al diretto interessato.

Herr Steinbrück,
ho letto con grande sorpresa le sue affermazioni secondo cui lei sarebbe inorridito per la vittoria di “due clown” alle elezioni italiane. Presumo che lei si riferisca al movimento di Beppe Grillo, che era assente alle precedenti tornate elettorali, oltre che a Berlusconi c’è da 19 anni grazie al suo controllo militare sul 100 % del sistema televisivo italiano ipocritamente ignorato dall’anti trust europeo come se l’Italia non fosse una parte importante dell’ Unione Europea.
Non sono parole mie ma di Martin Schulz, suo collega di partito attuale Presidente del Parlamento Europeo,  che per averle pronunciate venne pesantemente insultato nell’emiciclo del Parlamento Europeo a Strasburgo nel 2003. Non mi sembra di ricordare che Lei si dichiarasse inorridito in quell’occasione.
E mi domando anche dov’era lei quando lo scorso anno Berlusconi insultò la Cancelliera Merkel definendola in un modo irripetibile che potremmo parafrasare con “persona dotata di voluminoso fondo schiena e pertanto non sessualmente desiderabile”.o quando baciava pubblicamente la mano di Gheddafi, o veniva condannato a 4 anni per evasione fiscale o quando faceva manomettere da un parlamento di clown  l’intero impianto giuridico italiano solo per salvarsi dai suoi processi.
Gli stessi clown che il 5 aprile 2011, in 314 votarono una risoluzione in cui affermavano di credere  che il loro leader aveva telefonato alla Questura di Milano per far rilasciare una prostituta marocchina minorenne arrestata per furto, nella convinzione  che si trattasse della nipote di Mubarak. Divertente vero?
Ancora più divertente è che la sera in cui il Presidente Obama veniva eletto per la prima volta nel 2008, Berlusconi invece di far fronte ai suoi doveri di primo ministro e dunque partecipare al ricevimento elettorale dell’ambasciata americana, era impegnato con una “escort” che ha registrato tutte le loro conversazioni intime e le ha rese di dominio pubblico. Adesso che lo sa, potrebbe per favore indignarsi pubblicamente anche per questo?
E magari mi piacerebbe cogliere il sensi della sua forte indignazione anche  per il fatto che le autorità inquirenti di Napoli oggi sono in grado di quantificare in 3 milioni di euro il prezzo del tradimento politico introdotto da Berlusconi nella politica italiana quando “comprò” il senatore De Gregorio, (e non fu l’unico), per far cadere il governo legittimamente eletto di Romano Prodi, che non era un clown.  
Io non intendo farne una questione di rispetto reciproco fra due paesi, cosa che lascio al Presidente Napolitano. Io ne faccio una questione di logica e di proporzioni. Se lei da del clown a Beppe Grillo, poi deve avere il coraggio di dire che Berlusconi oltre che un clown è un criminale, un immorale, un corruttore.
Mentre Beppe Grillo l’illegalità, l’immoralità e la corruzione le denuncia attivamente, e con grande efficacia.
Lei si accorge dei due clown con un colpevole ritardo e sbaglia a metterli sullo stesso piano.  Il “clown” Grillo non esisterebbe se non fosse esistito per troppi anni il “clown” Berlusconi con i suoi episodi di malcostume e illegalità che avrebbero stroncato la carriera di qualunque uomo politico in Germania, e che invece sono stati ignorati da un elettorato italiano cloroformizzato dalle televisioni.
Ma è ben più grave che il “clown” Berlusconi sia stato ignorato anche da una politica europea ipocrita e pusillanime e dalla sinistra italiana che mai ha fatto una legge anti trust, o per regolare il conflitto di interessi. Massimo D’Alema quando era Primo Ministro ha perfino commesso un atto illegale sanzionato dalla Giustizia Europea, negando le frequenze televisive all’emittente Europa 7 che ne aveva diritto per lasciarle alla TV di Berlusconi Rete 4 che invece non ne aveva diritto Ecco cosa ha permesso a Berlusconi di monopolizzare l’informazione e trasformare la politica italiana in un affare da “clown”.
Cordiali saluti.
Angelo Consoli